Itinerari libici

La geografia di Erodoto.

Erodoto era della Ionia e conosceva bene la concezione ionica del mondo, concepito come un disco circondato dall'Oceano e suddivso in tre parti di pari estensione: l'Europa, l'Asia e la Libia, ponendo il Nilo come confine tra l'Asia e la Libia. Ma le informazioni di prima mano raccolte da Erodoto nei suoi viaggi l'avevano convinto della irragionevolezza di questa concezione della geografia del mondo, caratterizzata da un forte razionalismo geometrico e l'avevano convinto a sostituirla con un'altra più articolata e che tenesse conto anche di considerazioni etnologiche. Punto di partenza della sua descrizione sono i Persiani, posti nella parte meridionale dell'Asia, tra il Mar Nero e il Mare Eritreo; il territorio ad ovest della Persia viene articolato in due penisole della quali la prima é l'Asia Minore e la secondala Libia; con questa denominazione Erodoto comprendeva l'intero continente africano da lui immaginato molto meno esteso di quanto non lo sia nella realtà. La buona conoscenza dell'Egitto acquisita da Erodoto lo convinse inoltre che esso non fosse attribuibile nè all'Asia nè alla Libia e polemizza con la concezione ionica che riduceva questo paese al solo delta del Nilo. Ma lasciamo la parola ad Erodoto stesso:

IV.36.2 - Mi viene da ridere quando vedo che molti hanno già tracciato varie configurazioni della Terra, ma nessuno ne ha dato una spiegazione ragionevole. Essi tracciano l'Oceano come scorrente intorno alla Terra, che sarebbe rotonda, come lavorata al tornio e si figurano l'Asia di dimensioni uguali all'Europa. Orbene, io dimostrerò con poche parole quanto sia grande ciascuno dei continenti e quale sia di ciascuno la configurazione.

IV.37 - Nel centro dell'Asia sono sistemati i Persiani che giungono fino al mare meridionale detto Eritreo; sopra i Persiani, in direzione del vento Borea, abitano i Medi; oltre i Medi i Saspiri; oltre i Saspiri i Colchi che si estendono fino al mare settentrionale (1), dove sfocia il fiume Fasi. Questi quattro popoli abitano da un mare all'altro.

IV.38 - Di là da questo centro dell'Asia, verso occidente, si staccano e si protendono, fino al mare, due penisole distinte che io tosto descriverò. di qui, verso Borea, a partire dal Fasi, si addentra nel mare bagnata dal Ponto e dall'Ellesponto fino al Sigeo, promontorio della Troade; verso Noto questa stessa penisola, da Golfo Miriandrico (2), vicino alla Fenicia, si stende nel mare fino al promontorio Triopio; in questa penisola abitano trenta popoli.

IV.39 - Questa dunque é una delle due penisole; l'altra, che si diparte dalla Persia, si sviluppa nel Mare Eritreo: comprende la Persia, dopo di essa l'Assiria e dopo l'Assiria, l'Arabia, la quale finisce, o, meglio, finisce solo per convenzione, nel golfo Arabico, dove Dario fece sfociare il canale che veniva dal Nilo. Ordunque, dalla Persia fino alla Fenicia il paese é vasto e disteso; a partire dalla Fenicia, questa penisola si allunga attraverso questo mare (3), seguendo le coste della Siria, della Palestina e dell'Egitoo, dove va a finire; qui si trovano soltanto tre popolazioni.

IV.40 - Questi sono i paesi dell'Asia verso occidente, a partire dalla Persia; quanto alle regioni che sono oltre i Persiani, i Medi, i Saspiri e i Colchi, e quelle che si estendono verso l'aurora e dove sorge il sole, a sud sono limitate dal Mare Eritreo, a nord dal Mar caspio e dal fiume Arasse, che scorre verso oriente. Fino all'India l'Asia è abitata; da questa regione, andando verso l'aurora, é deserta e nessuno sa assolutamente dire che cosa ci sia.

IV.41 - Tale é la configurazione dell'Asia e tanto grande la sua estensione; la Libia, invece é compresa nella seconda penisola, poiché segue immediatamente l'Egitto. E, fino all'Egitto questa zona costiera é stretta: poiché da questo mare (3) al Mare Eritreo ci sono 100.000 orge, che sarebbero quanto dire 1.000 stadi; ma da questa parte stretta in poi, la penisola si fa molto larga ed é chiamata Libia.

IV.42 - Io mi stupisco di coloro che hanno distinto e diviso il mondo in Libia, Asia ed Europa, poiché non sono piccole le differenze che intercorrono tra queste parti. L'Europa, infatti, nel senso della lunghezza, si stende quanto le altre due insieme e, per larghezza, mi pare che non sia nemmeno da confrontare con quelle. Quanto alla Libia, si vede chiaramente che é tutta circondata dal mare, eccetto il breve tratto in cui confina con l'Asia; e fu Neco, il re d'egitto, che ne diede la dimostrazione, primo di quelli che noi conosciamo: egli, dopo aver interrotto lo scavo del canale che dal Nilo portava nel golfo Arabico, fece partire su due navi dei marinai fenici con l'ordine che, nella via del ritorno, penetrassero nel mare settentrionale (3) attraverso le colonne d'Ercole e per questa via raggiungessero di nuovo l'Egitto. Partiti dunque i Fenici dal Mare Eritreo, veleggiarono per il mare meridionale; quando sopraggiungeva l'autunno essi, approdati, seminavano il suolo in qualunque parte della Libia si fossero trovati nella loro navigazione e aspettavano la stagione della mietitura. Dopo aver raccolto il grano, si mettevano di nuovo in mare e così, essendo passati due anni, nel terzo, girate le colonne d'Ercole, giunsero in Egitto; e raccontavano (cosa per conto mio incredibile, ma per qualche altro forse no) che, mentre giravano intorno alla Libia, avevano avuto il sole alla loro destra (4).

IV.43 - Fu così che si ebbe per la prima volta la nozione esatta di questa regione: poi ci sono i Cartaginhesi che confermano tale conoscenza, poiché Sataspe, figlio di Teaspe, Achemenide, non riuscì a compiere il giro completo della Libia, preciso scopo per cui era stato mandato. Ma, preso dallo sgomento per la lunghezza della navigazione e per la solitudine, fece marcia indietro e non portò a compimento l'impresa che sua madre gli aveva imposto. Egli, infatti, aveva fatto violenza ad una vergine, la figlia di Zopiro, figlio di Megabizo. Poi, mentre doveva, per questa colpa essere impalato per ordine del re Serse, la Madre di Sataspe, che era sorella di Dario, chiese per lui la grazia, assicurando che essa stessa gli avrebbe inflitto una punizione più grave di quella che voleva dargli il Re: poiché sarebbe stato costretto a fare il giro della Libia, fino a che, costeggiandola, fosse arrivato al Golfo Arabico. Avendo Serse acconsentito a queste condizioni, Sataspe se ne venne in Egitto e, presa sul posto una nave con dei marinai, fece vela verso le Colonne d'Ercole. Oltrepassatele e doppiato il promontorio di Libia che si chiama Solunte, puntò verso mezzogiorno: dopo aver percorso in molti mesi gran tratto di mare, visto che gliene rimaneva sempre di più da percorrere, invertita la rotta, se ne tornò ancora in Egitto. Di qui, poi, recatosi presso il Re Serse, gli raccontò che nella parte più lontana del suo viaggio, aveva costeggiato il paese di uomini piccoli, che usavano vestiti di foglie di palma, i quali, quand'essi approdavano con la nave, immancabilmente fuggivano sui monti, abbandonando i loro paesi. Essi, però, entrandovi, non facevano alcun danno, accontentandosi di prendere solo cose da mangiare. Se poi egli non aveva interamente compiuto il suo viaggio intorno alla Libia, lo si doveva al fatto che la nave non era più stata in grado di proseguire e s'era arrestata. Serse, però, non riconoscendo come vere queste ragioni, o, almeno, siccome quello non aveva asssolto il suo compito assegnatogli, lo fece impalare, infliggendogli così la pena già da tempo decretata. Un eunuco di questo Sataspe, appena avuto notizia che il suo padrone era morto, se ne fuggì a Samo con grandi ricchezze, della quali si impadronì, poi, uno di Samo; io conosco il nome di quest'uomo, ma, deliberatamente, lo passo sotto silenzio

IV.45 - Riguardo all'Europa, invece, nessuno conosce con sicurezza se é circondata dal mare, né a oriente, né a settentrione: si sa solo che, in lunghezza, si stende quanto la altre due parti del mondo prese insieme. Né io riesco a comprendere per quale ragione alla terra, che é una, si diano tre distinte denominazioni prese da nomi di donna, e alle sue parti siano state fissati, come confini, il Nilo, fiume d'Egitto, e il Fasi, fiume della Colchide (secondo altri, invece il Tanai, fiume della Meotide e lo stretto dei Cimmeri); né si possono sapere i nomi di quelli che hanno determinato i limiti, né donde ne abbiano tratto le denominazioni. Infatti, secondo la maggior parte dei Greci, la Libia avrebbe avuto il nome da Libia, una donna del paese, e l'Asia dalla moglie di Prometeo; i Lidi, però, rivendicano a sé questa deniminazione, sostenendo che l'Asia é stata così chiamata da Asio, figlio di Coti, a sua volta figlio di Mane, non dall'Asia di Prometeo; anche la tribù Asia in Sardi trae origine da Asio. Dell'Europa nessuno degli uomini sa se sia circondata dal mare, né donde abbia avuto il suo nome, né si conosce chi gliel'abbia posto; a meno che non si voglia dire che la regione abbia ricevuto il nome da Europa di Tiro, dato che, prima, era senza nome come le altre parti del mondo. Ma é certo che questa Europa era originaria dell'Asia e non giunse mai fino a quella regione che i Greci chiamano Europa, ma soltanto dalla Fenicia arrivò a Creta e da Creta in Licia.

La polemica che Erodoto conduce contro la concezione ionica a riguardo dell'estensione dell'Egitto, é riportata nel libro II delle Storie (Euterpe) nel quale lo storico descrive quel paese e ne racconta la sua conquista da parte dei Persiani:

"II.17 - Ma noi lasciamo da parte l'opinione degli Ioni ed esponiamo la nostra, sull'argomento, pressappoco così: l'Egitto é il paese abitato dagli Egiziani, come la Cilicia é quello abitato dai Cilici e l'Assiria la regione abitata dagli Assiri e fra Asia e Libia non conosciamo, a dire il vero, limite alcuno se non i confini dell'Egitto.

II.18 - A favore della mia opinione, che cioé l'Egitto sia tanto vasto quanto vado dimostrando con il mio ragionamento, c'é la testimonianza di un responso che diede Ammone e di cui venni a conoscenza dopo che già m'ero formato la mia convinzione riguardo all'Egitto. Infatti i cittadini di Marea e di Api che abitavano la regione dell'Egitto a confine con la Libia, sia perché convinti di essere libici e non egiziani, sia perché sopportavano a malincuore le prescrizioni riguardanti i sacrifici, in quanto non volevano che fosse loro proibito di consumare carni di vacca, mandarono una legazione al santuario di Ammmone, protestando che essi non avevano nulla in comune con gli Egiziani: abitavano fuori del Delta, dicevano, e non avevano simile a loro nemmeno la lingua. Volevano quindi che fosse loro lecito mangiare di tutto. Ma il dio non diede loro il permesso, dichiarando che l'Egitto é il paese che il Nilo irriga coprendolo e che sono egiziani tutti quelli che, abitando sotto la città di Elefantina, attingono acqua a questo fiume. Così fu disposto dal dio a tale richiesta.

II.19 - Ora il Nilo, quando si trova in piena,ricopre non soltanto il Delta, ma anche alcune zone del territorio che si dice libico e di quello che si chiama arabico fino ad una distanza di due giorni di cammino da ambo le parti e talvolta più ancora, talatra meno.

Più avanti Erodoto, sempre cercando di tracciare il confine tra Libia ed Egitto e a proposito delle sorgenti del Nilo, riporta il seguente racconto:

II.32 - Però, ecco quello che ho sentito da alcuni di Cirene che raccontano di essersi recati all'oracolo di Ammone e di essere venuti a colloquio con il re del paese, Etearco. Là, come succede, da un discorso all'altro, erano venuti a dire, del Nilo, che nessuno ne conosceva le sorgenti. allora Etarco prese a raccontare che, un giorno, aveva avuto la visita di alcuni Nasamoni(é questo un popolo libico che abita nei pressi della Sirte e a oriente della Sirte stessa per un piccolo tratto). A tali visitatori Nasamoni egli aveva domandato se potevano dire qualche cosa di più sui deserti di Libia ed essi avevano risposto che c'erano stati fra loro dei giovani esaltati, figli di persone influenti, i quali, fra le altre imprese audaci escogitate, quand'ebbero raggiunto la virilità, avevano anche tratto a sorte cinque di loro che dovevano esplorare i deserti della Libia e spingere le loro osservazioni più avanti di quelli che avevano visto già molto lontano. Infatti tutta quella parte della Libia che confina con il mare settentrionale a cominciare dall'Egitto fino al promontorio Solunte, che segna la fine del continente libico é abitata da Libici con le varie loro stirpi, eccettuate le parti occupate dai Greci e dai Fenici. A sud del mare e delle popolazioni che abitano la regione costiera, la Libia é popolata da fiere e a sud di questa zona delle fiere non c'é che sabbia, aridità tremenda, paese sprovvisto di tutto. Quei giovani, dunque, incaricati dai loro compagni, ben provvisti d'acqua e di viveri, avevano percorso dapprima le località abitate. Attraversatele, erano giunti nella zona delle fiere, dalla quale poi erano penetrati nel deserto, dirigendo il cammino verso ovest. Dopo aver attraversato un vasto paese sabbioso, impiegando parecchi giorni, avevano visto finalmente degli alberi cresciuti spontaneamente nella pianura, e, accostatisi, s'erano messi a raccogliere i frutti che c'erano sui rami; sennonché, mentre li coglievano, erano sopraggiunti degli uomini di bassa statura, inferiore alla media degli uomini, i quali, presili, li avevano condotti via. Nè i Nasamoni conoscevano una parola della lingua di quelli, né quelli che li conducevano conoscevano la lingua dei Nasamoni. Li avevano condotti attraverso sconfinate pianure e, passate queste, erano giunti ad una città nella quale tutti avevano la stessa statura di coloro che li conducevano, ed erano di colore nero. Presso quella città scorreva un fiume importante che veniva da occidente e si dirigeva verso oriente: in esso si vedevano anche dei coccodrilli.

II.33 - Per il racconto dell'ammonio Etearco basti quanto ho già detto, con l'aggiunta soltanto che egli assicurava, per quel che gli avevano riferito i Cirenei, che quei giovani Nasamoni erano poi tornati al loro paese e che quegli uomini, presso i quali erano giunti, erano tutti stregoni. Ora, il fiume che scorreva presso quella città anche Etearco pensava che fosse il Nilo, tanto più che il ragionamento a questo pure conduce. Il Nilo, infatti, viene dalla Libia e la divide a metà e, secondo il mio modo di vedere, dalle cose note argomentando ciò che non si conosce, esso prende origine ad una distanza pari a quella dell'Istro...omissis...".

E, a proposito dell'origine dell'oracolo di Ammone:

II.54 -

Note: (1) Il Mar Nero. (2) Il golfo di Isso tra la Cilicia e la Siria, odierno golfo di Alessandretta. (3) Il Mar Mediterraneo. (4) Navigando da Est ad Ovest, per tutto il tempo che si trovarono a sud dell'Equatore, avevano il sole che culminava a Nord, quindi alla loro destra.

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