I Romani, cosí come tutti gli antichi viaggiatori non possedevano mappe stradali nel senso moderno del termine. Tuttavia per le esigenze militari e commerciali il sistema stradale romano veniva riportato nei cosiddetti “Itinerari”; essi erano dei semplici elenchi di città o stazioni lungo una strada che riportavano le distanze tra due località successive. Da questi elenchi gli itinerari venivano riportati in forma grafica per mezzo di semplici tratti per lo più rettilinei che nulla avevano a che fare con il vero percorso topografico della strada. L'amministrazione romana di tempo in tempo si asssumeva il compito di produrre un itineraio completo di tutto il sistema stradale romano. Il primo esempio conosciuto di tale compito risale a Giulio Cesare e Marco Antonio che nel 44 a.C. commissionarono a tre geografi greci Zenodoxus, Theodotus e Polyclitus la rilevazione del sistema e la compilazione di un itinerario generale. L'esecuzione di tale compito richiese 25 anni. Il risultato fu inciso su una lastra di pietra posata nei pressi del Panteon, dalla quale i viaggiatori o i rivenditori di itinerari potevano eseguire delle copie. I due più completi itinerai che sono arrivati sino ai giorni nostri sono l' “Itinerarium Provinciarum Antonini Augusti” (denominato semplicemente “Itinerarium Antonini” e la “Tabula Peutingeriana.”
L'Itinerarium Antonini.
La compilazione dell' “Itinerarium Antonini” risale probabilmente agli inizi del III secolo d.C.. Fu pubblicato per la prima volta nel 1521, probabilmente da un originale risalente all'impero di Diocleziano, e da allora ne furono furono stampate parecchie edizioni di cui molte giunte sino ai nostri giorni. Nulla si conosce sull'anonimo compilatore dell'Itinerarium, ma un'analisi neutrale del documento, senza inappropriati e anacronistici riferimenti alle moderne mappe stradali, fanno presumere che la sua competenza ed il suo scopo fossero assai più modesti di quanto generalmente assunto. Nel complesso la raccolta di itinerari (in tutto 15) si presenta come rappezzata nella sua copertura, sciattamente organizzata e presentata, confusionariamente ripetitiva e priva di elementi di scelta quando presenta due diversi itinerari congiungenti due medesime località. Tutti questi elementi fanno sorgere spontanei interrogativi sulla figura del compilatore, sulla natura delle sue fonti, sui suoi scopi e sulla tipologia delle persone alle quali le informazioni erano destinate. E' assai probabile che il compilatore fosse un ufficiale di medio livello che abbia raccolto materiale da fonti le più disparate inclusi resoconti verbali di altri ufficiali o soldati che avessero percorso alcuni degli itinerari. In sostanza sembra più un centone di informazioni composto più a scopo e per iniziativa personale che il risultato di un ben definito e organizzato disegno amministrativo ufficiale.
Fig. 1 - Una pagina di un antico manoscritto riportante una parte dell'Itinerarium Antonini.
Di seguito é riportata la trascrizione dell'intero documento:
DA CARTAGINE Clippeis 85 miglia Maxula prates 10 miglia Casula 20 miglia Curibi 25 miglia Clipeis 30 miglia PARIMENTI DA CARTAGINE Thenis 217 miglia da lí a Leptis Magna 422 miglia ad Alessandria 902 miglia DA CARTAGINE Maxula Civitate 18 miglia Pupput Vicus 10 miglia Horrea Coelia Vicus 30 miglia Hadrumentum Colonia 18 miglia Lepti Minus civitate 18 miglia Tusdro Colonia 33 miglia Usula Civitatis 32 miglia Thenis Colonia 28 miglia MACOMADIBUS Municipium 28 miglia Gellas Vicus 26 miglia Tacapas Colonia 30 miglia Acmasive Fulgurita villa 25 miglia Giti Municipium 25 miglia Ponte Zita municipium 35 miglia Villa Magna villa privata 30 miglia Fisida vicus 21 miglia Casas Villa aniciorum 26 miglia Sabrata Colonia 28 miglia Vax villa Repentina 27 miglia Ocea Colonia 28 miglia Megdia villa aniciorum 25 miglia Minna villa Amarum 29 miglia Leptimagna Colonia 29 miglia SEGGERA Berge 28 miglia Sere 25 miglia Tabunte 30 miglia Auziqua 30 miglia Annesel 30 miglia Auzui 18 miglia Astiagi 25 miglia Macomadibus Sirtis 20 miglia Iscina 33 miglia Tramariciolo 31 miglia Aubureo 25 miglia Dictica 24 miglia Tuculus 24 miglia Banadedari 25 miglia Anabucis 25 miglia Tinioridi 25 miglia Boreo 12 miglia Tinci Ausari 23 miglia Attici 25 miglia Carothus 25 miglia 22 miglia Beronice 30 miglia Adriane 29 miglia Theucira 18 miglia Ptolomais 26 miglia Semeros 33 miglia Lasanuces 26 miglia Cyrene 25 miglia Limnide 21 miglia Darnis 34 miglia Hippon 28 miglia Batrin 25 miglia Ausufal 20 miglia Catabathmon 25 miglia Alexandria 9 miglia PARIMENTI PER ALTRA STRADA DA PTOLEMAIDE AD ALESSANDRIA Semeros 33 miglia Lasamicos 26 miglia Cyrene 26 miglia CONFINI DELL'ARMARIA Limniade 21 miglia Darnis 24 miglia Hippon 28 miglia Papi 24 miglia Paniuros 30 miglia Metira 20 miglia Lucundiu 40 miglia Gereatis 33 miglia Catebatimos 35 miglia CONFINI DI ALESSANDRIA Geras 108 miglia Zacilis 33 miglia Aristeu 20 miglia Tanabrasta 32 miglia Paretonio 26 miglia Euticu 40 miglia Pedone 26 miglia Caportes 16 miglia STRADA ALL'INTERNO DELLA TRIPOLITANIA Attraverso la Torre Tamallenia,Tapacas fino a Leptis Magna 605 miglia da Tacapis ad Aquas 19 miglia Agarlauas 30 miglia Turre Tamalleni 30 miglia Ad Templum 12 miglia Ausilendi 32 miglia Agina 22 miglia Aigemmi 30 miglia Thabalati 30 miglia Themelami 25 miglia Tillabari 20 miglia Adaumaudum 30 miglia Tharamus Dusim 25 miglia Thrabunasti 25 miglia Thamaschaltin 30 miglia Thenteos (ez-zintan) 30 miglia Auri (ain el auenia) 30 miglia Vinaza (es-slahat) 16 miglia Mespe (Medina Doga) 30 miglia Lepti Magna 40 miglia PARIMENTI DA CELEPTE A TACAPAS 152 miglia Gemelas 22 miglia Gremellas 25 miglia Capse 24 miglia Tasarte 35 miglia Aquaste Capinces 28 miglia Tacapas 18 miglia
La Tabula Peutingerina
La Tabula Peutingeriana, attualmente custodita presso la Biblioteca Nazionale di Vienna, fu rinvenuta in una biblioteca di Worms nel 1507 da Konrad Celtes, bibliotecario dell'Imperatore Massimiliano I, mentre la sua denominazione corrente deriva dal nome del secondo proprietario, Konrad Peutinger, un antiquario di Augusta. La Tabula é una copia medievale del XII secolo di una carta stradale romana e riporta le strade di tutto il mondo allora conosciuto. Essa é un rotolo di pergamena lungo 6,74 mt. e alto 34 cm. composto da 11 segmenti cuciti tra di loro. Nel 1863 queste 11 parti furono separate in fogli singoli. La Tabula raffigura le terre allora conosciute, dalle Colonne d'Ercole sino alle estreme regioni orientali (India, Birmania, isola di Ceylon, le Maldive) e arriva alla frontiera con la Cina (Sera Major, il paese dei Seres), ben oltre i confini dell'Impero. Nella Tabula mancano le raffigurazioni della Britannia, dell'Africa nord occidentale e della penisola Iberica che dovevano essere contenute in un altro segmentum, quello iniziale, andato perduto (i segmenti originali erano 12) e poi idealmente ricostruito nel 1916 da Conrad Miller. La carta stradale non voleva essere una carta geografica,con gli esatti rapporti dimensionali, con la possibilità di ricavare le direzioni e provvista di indicazioni di geografia fisica come fiumi,laghi,catene montuose, foreste,zone desertiche, etc.; riporta invece unicamente i tracciati delle strade, senza memmeno tentare di riprodurli nella loro effettiva direzione relativamente ai punti cardinali sulle quali vengono segnate le varie stazioni e i centri piú importanti e le distanze tra di essi. Il disegno cartografico procede da sinistra a destra e pone l'est in alto, rappresentendo l'ecumene secondo una forte deformazione in senso longitudinale (il rapporto longitudine/latitudine é di circa 21:1). Questa raffigurazione distorta può essere stata dettata da motivazioni meramente pratiche, realizzando un documento che potesse essere facilmente arrotolato e riposto in una custodia cilindrica. Le distanze sono espresse in miglia romane (consistenti in mille passi,dove un passo corrispondeva a 1,42 mt. (1)) oppure in leghe (per la Gallia) o in parasanghe (per le regioni orientali). I percorsi sono corredati da scarne indicazioni aggiuntive come quella relative a centri termali oppure a stazioni con annesse osterie come ad esmpio l'Osteria del Fico (ad ficum)o l'Osteria del Sandalo d'Ercole (ad sandalum Herculis) o ancora Ai due fratelli (ad duo fratres). Ai centri termali, il cui nome inizia per Aqui, viene data un particolare importanza essendo rappresentati simbolicamente mediante il disegno di un grande edificio. Dallo studio paleografico della Tabula emergono elementi che fanno supporre diverse datazioni possibili del documento. Un indizio chiaro é dato dalla raffigurazione delle tre principali città (Roma, Antiochia e Bisanzio) la cui simbologia e raffigurazione a volo d'uccello delle mura ci riportano ad un'epoca medievale (XI-XIII secolo). Tuttavia la concezione generale della Tabula e la struttura compositiva della stessa, nonché la resenza di precise segnalazioni topografiche la fanno risalire con sicurezza ad età romana. La datazione dell'originale oscilla fra il III e IV secolo, non escludendosi aggiunte posteriori (VIII-IX secolo), nonché la presenza di elementi molto piú antichi risalenti persinio all'età augustea. Si ipotizzano pertanto tre principali redazioni: quella di età augustea (in relazione all'organizzazione del cursus publicum), quella severiana (legata ad una grande riorganizzazione dello stesso cursus publicum) e quella del IV secolo come indicano alcuni elementi che riportano con certezza ad un'età di crescente diffusione del cristianesimo. Su quest'ultima redazione sarebbero state operate successive aggiunte nell'VIII-IX secolo sino ad arrivare alla copia medievale giunta sino a noi.
Fig. 1 - L' VIII segmento originale della tavola Peutingerina che riporta la regione sirtica .
Fig. 2 - La trascrizione dell' VIII segmento della tavola Peutingeriana.
Note:
(1) La misura di 1.42 cm. per un passo romano era la pratica conseguenza del modo di calcolare le distanze da parte dei romani: la misura di 1,42 cm. corrispondeva infatti ad un doppio passo: il sinistro piú il destro; una piú che ragionevole convenzione per un popolo per il quale le marce delle truppe erano di importanza capitale.