Nicola Scotto di Carlo

LA MIA STORIA DI MARE

Edizioni Compagnia dei Trovatori, Napoli 2015



Ho aperto questo libro in un primo pomeriggio di fine estate 2015 e l'ho letto tutto d'un fiato, concludendone la lettura nella serata dello stesso giorno. Bello, affascinante ed istruttivo.
E' stato scritto a Procida, l'isola pregiata resa illustre dalle sue secolari tradizioni marinare, custodite in ogni famiglia e perennemente alimentate dalla più antica scuola superiore ad indirizzo nautico d'Europa: il prestigioso Istituto Nautico "Francesco Caracciolo", che anch'io ho avuto il privilegio di frequentare, stando per qualche anno nella stessa classe di Nicola, l'autore del libro.
Eravamo ancora sul finire degli anni '50. Da allora le nostre strade si sono divise - lui nella marina mercantile, io in quella militare - e non si sono più incrociate, anche se il mare è stato per entrambi l'ambiente sul quale è rimasta focalizzata la nostra vita professionale.
A distanza di oltre mezzo secolo, pertanto, di Nicola mi erano rimasti solo i miei sfumati ricordi giovanili, anche se avevo percepito da varie fonti la sua fama di stimato e benvoluto Comandante della nave oceanografica Bannock.

Il libro è costitito di due parti di dimensioni pressoché equivalenti. Al primo impatto, sorprende un poco l'ampiezza della prima parte, interamente dedicata alle esperienze giovanili dell'autore, fra le attività agricole familiari e l'ostico rapporto con la scuola. Diventa tuttavia ben presto evidente quanto fortemente lo stesso autore abbia avvertito l'importanza di tale fase della sua formazione, quale fondamentale preludio al suo appassionato impegno da adulto nella vita sul mare. In questo periodo emerge soprattutto l'attaccamento del giovane Nicola alla famiglia ed alla tradizioni avite, di cui descrive accuratamente vari aspetti fascinosi di cui la società odierna sta purtroppo perdendo la memoria. Altrettanto incisivo sul suo sviluppo, ma in negativo, è stato l'infelice impatto con la prima maestra delle elementari e con i successivi insegnanti: un rapporto che non ha certamente contribuito ad incoraggiarlo ed invogliarlo ad applicarsi nell'apprendimento, lasciandogli per contro il convincimento che lo studio non fosse altro che una superflua e fastidiosa imposizione. Il suo atteggiamento mentale poté mutare parzialmente all'inizio del Nautico, anche se si fecero ancora sentire - a tratti - le deleterie ripercussioni della sfiducia in sé stesso inculcatagli fin dall'inizio della sua carriera scolastica. Amò tuttavia la matematica, grazie ad un eccellente professore, e poté diplomarsi con ottimi voti, avendo dunque acquisito una sicura padronanza di tutte le materie professionalmente rilevanti per ogni Aspirante Capitano di lungo corso.

Nella seconda parte del libro ci si trova pienamente immersi nella "storia di mare" vera e propria, ovvero nella carriera professionale dell'autore a bordo delle navi della marina mercantile, dai primi suoi imbarchi all'epoca dei Liberty, alle successive sue navigazioni in tutti gli oceani del globo ed alle progressive sue promozioni fino al conseguimento dell'anelato incarico di Comandante, a 31 anni, a bordo della nave oceanografica Bannock, del CNR. Questo fu dunque il ruolo ch'egli ricoprì per i successivi 24 anni, con un temporaneo Comando anche sull'altra unità del CNR, la nave oceanografica Luigi Ferdinando Marsili, per poi tornare sulla Bannock. Questa esperienza atipica ed estremamente coinvolgente, con una serie di attività alquanto diversificate svolte a stretto contatto di gomito con i professori ed i ricercatori scientifici di volta in volta imbarcati, costituisce l'aspetto più interessante ed istruttivo del libro. Le descrizioni e le considerazioni ivi espresse, oltre a costituire un indubbio arricchimento per ogni lettore, forniscono anche l'evidenza della sicurezza, della competenza e dell'oculatezza del Comandante nell'esercizio delle sue funzioni in situazioni complesse e spesso inedite, mantenendo con tranquillità la piena padronanza della nave e del suo equipaggio, oltre alle buone relazioni con i ricercatori imbarcati e con ogni altro interlocutore. In definitiva, anche se l'autore sembrava aver dubitato delle proprie possibilità quando era ancora sui banchi di scuola, egli era evidentemente nato proprio per fare il Comandante.

Negli ultimi capitoli del libro vi è una sorta di appendice alla "storia di mare", che si è conclusa con il termine dell'attività della nave oceanografica Bannock al servizio del CNR. A quel punto, infatti, Nicola Scotto di Carlo ha considerato che fosse contestualmente conclusa anche la propria attività di Comandante e si è ritirato in pensione a Procida, ove ha tuttavia intrapreso una serie di iniziative coerenti con la sua esperienza in mare e con il suo interesse per la tutela della cultura marinara. Egli ha chiaramente manifestato tale propensione quando è stato Commissario del Pio Monte dei Marinai di Procida (Ente fondato nel 1617 e da lui stesso riordinato), fecendo restaurare i quadretti votivi dipinti con scene di navigazione di velieri, ex voto anticamente donati alla propria chiesa dai marittimi rientrati in porto dopo aver superato gravi pericoli in mare. In quella stessa veste di Commissario egli ha anche organizzato il recupero dei cannoni sulla Terrra Murata ed ha voluto curare la riedizione dello storico "Catechismo Nautico" risalente al 1788. Fra le altre sue iniziative meritorie va ricordata innanzi tutto la sua proposta al Comune di utilizzare l'ex nave oceanografica Bannock - in disarmo dal 2001 - come nave museo nel porto di Procida. Tale proposta, prontamente accolta dal Comune e finanziata dallo Stato, ha consentito l'esecuzione dei necessari lavori di trasformazione dell'unità per il suo nuovo ruolo di nave museo. Il successivo trasferimento della stessa nave da Napoli a Procida è tuttavia stato finora rinviato per farraginosi problemi burocratici non ancora risolti. Merita infine ricordare l'impegno dell'autore per la realizzazione del nuovo Monumento ai Caduti in mare, sistemato sul molo di levante del porto di Procida, quale "atto d'amore verso gli uomini di mare che non tornarono più alla loro cara Terra".

Il libro è reperibile in rete e può essere ordinato on-line presso vari rivenditori, fra i quali i più noti sono IBS.it e Unilibro.it. Il ricavato del libro va in beneficenza, a sostegno di iniziative a favore di persone e categorie bisognose di aiuto, perfettamente nello stile del suo generoso autore.

 DOMENICO CARRO 

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