Alla scoperta del
profondo e fascinoso Salento

Recensione del libro "Il mio Salento" di Valerio Casalini




Valerio Casalini, "Il mio Salento"
formato 14,5x22, 208 pagine,
1^ edizione: 2017

Se è vero che sarà la bellezza a salvare il nostro mondo, un utile contributo alla salvezza potrà certamente essere fornito da questo libro, grazie a quanto vi viene illustrato delle bellezze salentine, con accurate descrizioni ed una miriade di splendide fotografie scattate dall'autore stesso.

Ma non si tratta solo di una dotta e piacevole guida alle località più suggestive che costellano il "tacco" dello Stivale, ovvero la propaggine più orientale della nostra Penisola. Vi si trovano anche pertinenti notizie storiche (fin dalla preistoria e dall'antichità classica), reminiscenze della civiltà contadina, racconti di esperienze personali, qualche consiglio gastronomico (ad iniziare dalla carne alla brace a Cisternino), qualche accenno a vini celeberrimi (Locorotondo, Primitivo di Manduria, Negramaro), l'indicazione delle coste più suggestive e di itinerari irrinunciabili, oltre a due appendici monografiche sul barocco e sugli avvenimenti storici occorsi nella penisola salentina. Di tale area geografica, ovviamente ben delimitata dal mare, vengono anche indicati i più logici confini terrestri, tenuto conto di un complesso intreccio di fattori storici, orografici, etnografici e sentimentali.

Alla lettura, il testo risulta complessivamente piacevole, anche se è tutt'altro che apologetico o mieloso: l'autore, infatti, pur conferendo il giusto risalto al bello ed a ogni altro pregio riscontrato, non trascura di additare e deprecare svariati aspetti negativi, quali il deturpamento della campagna dalla proliferazione di impianti eolici e fotovoltaici, lo sviluppo caotico ed incontrollato di certi abitati, l'abusivismo edilizio, l'inquinamento, il caporalato, il danneggiamento delle dune costiere e della Posidonia oceanica, la salinizzazione della falda freatica, e così via, con giudizi taglienti e talvolta fin troppo severi.

Ciò nonostante, o forse proprio per questo, il libro rappresenta comunque un inequivocabile atto d'amore dell'autore nei confronti della propria terra, il cui fascino non mancherà di invogliare il lettore ad approfondirne la conoscenza de visu.

Roma, 3 aprile 2017

 DOMENICO CARRO 


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