« SPRAZZI »

( ANNOTAZIONI SPARSE - 1966-67 )


di  DOMENICO CARRO 

Brevissimi testi frettolosamente annotati su dei foglietti occasionali (uno, ad esempio, è stato scritto in treno, sul retro della prenotazione d'un "vassoio espresso" del Servizio Ristoro della Compagnia Carrozze-Letti), raccolti negli anni 1966-67 in una minuscola cartellina denominata Sprazzi.
In quel periodo, il mio stato d'animo era stato in buona parte condizionato dalla prematura morte di mio padre, avvenuta nell'equinozio di primavera del 1966, a 58 anni non ancora compiuti, dopo ch'egli era rimasto per molti interminabili mesi in un reparto di "rianimazione", attaccato ad una lugubre macchina ospedaliera svedese "Engström Respirator Mod. 150".

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CI-VILITAS


Les petites gens, en parlant de ce siècle,
Aiment bien dire qu'on le trouve « civil ».
Malgré moi je réponds comme l'Oracle
Que j'ignore s'il peut être plus « vil ».

SU

CONTEGNO


Come fare per darsi il contegno di sempre
Quelle volte in cui tutto ci sembra sfuggire,
E la gente ci cerca, ci guarda, ci vuole,
Aspettando da noi chissà quali parole?

SU

RISVEGLIO IN OSPEDALE
DI UNA GIOVANE SUICIDA
FORTUITAMENTE SOPRAVVISSUTA


Con gli occhi ancora sonnolenti,
Canzonava la Morte sfuggita
E, sorda a rimproveri e commenti,
Sorrideva, felice, alla vita.

SU

È MEGLIO CREARE
UN ORRIDO PRINCIPE
O UN SAGGIO RE?


Satana ha peccato di superbia ed è stato cacciato dal Paradiso. Così, da schiavo del suo Creatore è divenuto Principe degli Inferi.
Prima di lui, Saturno aveva subito un’analoga cacciata da parte di Giove, ottenendo però il privilegio di regnare in Italia. Di fatto si trattò di un premio e non di una punizione, sia per lui che, soprattutto, per l’Italia.
In conclusione, da due decisioni divine apparentemente simili sono scaturiti due risultati completamente opposti: da un lato, quello che viene ritenuto il Male assoluto; dall’altro, il più benefico dei regni, ricordato come l’Età dell’Oro.
I risultati parlano chiaro, e non sono particolarmente lusinghieri per la divinità straniera, gelosa e collerica, che provocò l'orrenda metamorfosi luciferina.
Per pacatezza e lungimiranza, Giove Ottimo Massimo risulta molto più convincente.


SU

ANCH’IO PIANSI


Il mio caro amico "Montagna" soleva dire che avrebbe un giorno scritto un romanzo solo per poter appagare il prorompente suo desiderio d’essere autore d’un libro intitolato “anch’io piansi”.
È quindi a lui ch’io dedico questo stupido raccontino, visto che con la massima sfacciataggine mi sono appropriato del suo titolo preferito:

« ANCH'IO PIANSI … »
Un giorno Satana venne in persona a trovarmi, per propormi di vendergli l’anima.
In cambio, egli mi avrebbe reso ricco e potente, il più potente della Terra, potente come Iddio stesso.
Non ebbi nemmeno il tempo di considerare tutto il ridicolo che emanava dal suo mostruoso corpiciattolo nero dalle ali bruciacchiate, tanto fui tutto scosso da un subitaneo ed irrefrenabile riso all’udire la balordaggine di quella proposta.
L’idea della potenza di Dio causò la folle risata in cui, mio malgrado, proruppi.
Feci scappare il demonio, ma continuai a ridere per tutta la serata; e, a distanza di tanto tempo, ne ho ancora gli occhi un po’ bagnati …
   … Anch’io piansi! …

SU

UOMO E DIO
CONTEMPORANEAMENTE


(Quella che segue è la trascrizione d’un dialogo surreale avvenuto a poppa d’un glorioso Incrociatore della nostra Marina. A quel tempo, avevo da poco conosciuto il mio Amore, ed uscivo con lei tutti i giorni in cui ero libero, fino a tardi, senza minimamente curarmi del sonno perso. Ero inoltre severamente tartassato da un turno di guardia nel quale continuavano a mantenermi, unitamente a qualche altro mio compagno di Corso, sebbene quel servizio non ci competesse più da diversi mesi. Questo spiega in parte il mio atteggiamento al cospetto del mio interlocutore, un burbero Ufficiale Superiore che incuteva un sacrosanto terrore a tutti i giovani Ufficiali timorati di Dio. Non rientrando in tale categoria, mi parve impossibile non alludere alla sua duplice natura, umana e divina, secondo una colorita espressione cara ai Napoletani. Ma non usai nemmeno tale eufemismo).

- L’ho chiamata per restituirLe il berretto, che Le ho preso stanotte, in Quadrato, mentre era di guardia. Ora stia agli arresti; poi più tardi sarà chiamato.
- Lei, Comandante, evidentemente non è stato messo al corrente della nostra situazione. Lei è Comandante in Seconda di questa Nave?
- Si, attualmente si.
- Allora avrebbe dovuto sapere che io ieri sera non sono montato di guardia.
- Lei era in Quadrato con la sciarpa; a mezzanotte e trenta ha rilevato Sanf.....
- Si, ma alle 14.30 di ieri avevo avvertito l’Ufficiale d’Ispezione che mi rifiutavo di montare di guardia. Nessuno doveva quindi contare sulla mia presenza.
- E perché?
- Perché ho provato a parlare con varie persone per farmi togliere dalla guardia; e, visto che nessuno mi ascoltava, non mi rimaneva altro sistema.
- Con chi ha parlato? A me non ha parlato.
- Con il Comandante A...... e con il mio Capo Servizio. Lei non era Comandante in Seconda ieri.
- Va bene, ma rimane il fatto che stanotte dormiva tanto che, quando sono entrato, Le ho preso il berretto e Lei non se n’è nemmeno accorto.
- È stata una cosa molto puerile, Comandante …
- Come si permette! Vada a rigore! Se ne vada. Lei non ha la minima conoscenza della forma militare!
- Si, va bene, ma Lei parli più piano, per favore. Io sono quello che sono, ma Lei non è un uomo, è una merda.
- Se ne vada! … Se ne vada!
- Si ora me ne vado. Mi dispiace di essere stato volgare. Volevo dire che Lei è un essere meschino e insignificante …
- Vada via!

(Scontai a bordo, nel mio camerino, gli inevitabili 7 giorni di arresti di rigore. Ottenni comunque che venisse subito riconosciuto, per me e per gli altri miei compagni di Corso interessati, l’avvenuto superamento del periodo in cui competeva partecipare al turno di guardia. Da quel momento, non mi sentii più soggetto agli umori di certe vecchie cariatidi gallonate, ma un membro attivo della Marina, nell’ambito della quale valeva la pena fornire senza risparmio il proprio contributo d’intelligenza, al fine di far funzionare al meglio quanto ricadeva sotto la propria responsabilità. Ma quell'aneddoto, nonostante tutto, continuò ad accompagnarmi come un'onorificenza fuori ordinanza, assumendo connotazioni leggendarie).

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