DALLA FLOTTIGLIA CORVETTE




VISITA AD ALGERI DEL GRUPPO NAVALE
«MINERVA», «SFINGE» E CACCIAMINE «SAPRI»

articolo del 1990


Vi si erano già recati l'Aliseo, l'anno scorso, ed il gruppo Doria, Maestrale e Vesuvio, quattro anni fa; questo solo per ricordare le due ultime occasioni fra le precedenti visite di Unità navali italiane ad Algeri.
La Marina Militare Italiana vi è ora nuovamente ritornata, con una rappresentanza dei più recenti «gioielli» della cantieristica nazionale nel campo delle Corvette e dei Cacciamine. Si è trattato, infatti, della visita nel porto di Algeri, dal 27 giugno al 1° luglio, del Gruppo Navale Minerva-Sfinge-Sapri al Comando del C.V. Domenico Carro.
Anche per quest'ultimo, si è trattato di un vero e proprio «ritorno», avendo egli trascorso la propria infanzia in quella città, ma essendogli finora mancata l'occasione di effettuarvi una sosta nel corso dei pur lunghi suoi precedenti periodi d'imbarco.
Ma al di là delle predette annotazioni annalistiche e personali, il reale ed importante significato di questo ritorno della presenza navale ad Algeri consiste nell'avere coronato un continuo e reciproco processo di avvicinamento fra Italia e Algeria, processo che ha ora portato al conseguimento di un vero e proprio rapporto «privilegiato» fra i due Paesi.

Rientra, peraltro, nelle naturali funzioni di una Marina Militare - ed, in particolare, dello strumento navale - quella di concorrere, in tempo di pace, al perseguimento degli obiettivi della politica estera e, primo fra tutti, quello del consolidamento dei legami con i popoli amici.
È ciò che avevano fatto, in tempi remoti, le flotte dei nostri lontani progenitori quando, con il mantenimento della «pax romana» nel Mediterraneo, esse avevano posto le condizioni per associare tutti i popoli rivieraschi al destino di Roma. Verso gli antichi abitanti del Nord-Africa, in particolare, i Romani avevano un debito di riconoscenza per il generoso e leale aiuto ricevuto in periodi di seria difficoltà (chi non ricorda l'amicizia fra il Re numida Massinissa e Scipione l'Africano?). E dal Nord-Africa stesso furono originari molti personaggi eminenti e perfino alcuni Imperatori (fra i quali Settimio Severo).
È, altresì, ciò che avevano fatto le flotte delle quattro Repubbliche Marinare, che, nello svolgere le loro attività marittime nell'intero bacino mediterraneo e soprattutto in direzione del Nord-Africa e del Medio-Oriente, vi hanno lasciato, lungo i secoli, una traccia storica e dei legami culturali di tale spessore che, ancora al nostri giorni, le relazioni fra l'Italia e quei popoli mediterranei permangono caratterizzate da uno spontaneo atteggiamento di amicizia e di rispetto reciproco.
Ed è, infine, ciò che hanno continuato a fare anche le Unità della Marina Militare Italiana, attraverso le operazioni condotte e l'attività di presenza svolta prevalentemente nel nostro bacino, oltre che nel Mar Rosso e nel Golfo Persico - a sostegno del ruolo permanente dell'Italia quale «ponte» naturale fra l'Europa e l'area nord-africana e mediorientale.

Per quanto concerne l'Algeria, nazione dalle considerevoli potenzialità economiche e che svolge un ruolo politico di primo piano nell'ambito dell'U.M.A. («Unione del Maghreb Arabo», che include Mauritania, Marocco, Algeria, Tunisia e Libia) e nell'intero mondo arabo, le buone relazioni di amicizia con il nostro Paese hanno avuto due momenti particolarmente significativi: la concreta solidarietà e l'appoggio fornito dall'Italia durante la rivoluzione algerina (guerra d'indipendenza) e l'accordo per la fornitura di gas naturale all'Italia. I buoni rapporti esistenti anche fra le due Marine si sono manifestati, negli anni recenti, con la frequenza di Allievi algerini presso l'Accademia Navale di Livorno e con gli annuali scambi di Ufficiali e consorti.


La visita ad Algeri del gruppo Minerva-Sfinge-Sapri ha coinciso con un ulteriore avvicinamento fra i due Paesi, in quanto, avendo l'Algeria rigettato qualsiasi riferimento all'ideologia totalitaria ed adottato risolutamente il sistema democratico pluralista, si sono create le premesse per la ripresa dello sviluppo economico del Paese e, in tale contesto, per ampie forme di cooperazione con l'Italia e con gli altri Paesi Europei.
Il programma della sosta ha incluso un fitto intrecciarsi di attività sociali, di conferenze e di visite tecniche effettuate a bordo delle Unità navali italiane, con diretto intervento del C.S.M.M. algerino, Col. Abdelmadjid Taright, a tre degli eventi in agenda, e si è concluso con una uscita dimostrativa in mare effettuata dalle stesse Unità, con imbarco del S.C.S.M.M. algerino, Col. Othomane Chikhi, e di un folto gruppo di suoi collaboratori.
Al termine della visita - efficacemente preparata e supportata dall'Addetto Navale C.F. Bruno Imbornone - le prospettive di cooperazione fra i due Paesi e fra le due Marine sono risultate sicuramente ampie e promettenti. E si può confidare nella sensibilità italiana nel far sì che le attese algerine non vengano deluse; così come, sull'altro versante, si può confidare nell'antica tradizione del popolo algerino, permeato di civiltà e di buon senso, per scongiurare innaturali irrigidimenti oltranzisti o isolazionistici. A tal riguardo, è parso di buon auspicio l'augurio formulato dal C.S.M.M. algerino in merito all'opera che potrà essere validamente svolta da Italia ed Algeria, durante il loro periodo di Presidenza di turno, rispettivamente, della CEE e dell'UMA, per avvicinare più strettamente l'Europa al Nord-Africa.
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