PRESENTAZIONESta per compiere la veneranda età di 50 anni la sempre bella ed efficiente Stella Polare. Celebrare adeguatamente il cinquantenario di una barca che ha contribuito alla formazione marinaresca e velica di molte centinaia di giovani Ufficiali della nostra Marina ed ha percorso centinaia di migliaia di miglia nei mari ed oceani del globo, partecipando con risultati di grande prestigio ad innumerevoli regate internazionali, sarebbe un’impresa alquanto ardua se solo si volessero elencare compiutamente tutti risultati conseguenti. Questa raccolta di sintetiche memorie si prefigge quindi un compito più circoscritto, limitandosi a ricordare l’epico inizio della vita dell’unità, affidata al suo primo equipaggio, sotto il comando dell’allora Tenente di Vascello Giancarlo Basile. Varata il 15 settembre 1965, questa piccola Nave Scuola a vela era stata concepita con la dichiarata finalità di effettuare “crociere nel Mediterraneo e negli Oceani con partecipazione a tutte le più importanti regate internazionali, alla ricerca di risultati che possano reggere il confronto con quelli brillantissimi già conseguiti dal gemello Corsaro II”. Ed in effetti le attese di Marivela, posta all’epoca sotto la prestigiosa direzione del Comandante Agostino Straulino, non andarono deluse. Avendo imbarcato l’equipaggio fisso ed i previsti 10 giovani Ufficiali – quasi tutti del corso “i Corsari” – usciti da pochi mesi dall’Accademia Navale, l’Unità effettuò nelle acque liguri le iniziali prove e collaudi in mare, oltre alle necessarie messe a punto, per poi salpare subito dopo per la sua prima campagna addestrativa, tutta invernale. Non si trattò certamente di una crociera con una bilanciata mescolanza di esercizio velico ed esperienze diportistiche, come stava accadendo in quello stesso periodo al Corsaro II nei mari caldi del Sud. Furono invece quattro mesi del più severo e rigoroso tirocinio marinaresco, svolto nel Mediterraneo centrale – fra Cannes, Malta, Corfù e Trieste – nel cuore della stagione fredda, dall’8 ottobre 1965 (inizio pre-crociera) al 10 febbraio 1966. In quell’inverno particolarmente rigido e burrascoso, la Stella Polare dovette misurarsi con il Mistral e con la Bora, con le sferzanti libecciate e con le irruenti sciroccate. Incontrò la neve ed il gelo nel basso Adriatico, venti fino a 40 nodi in pressoché tutti i bacini, burrasche con raffiche a 50 nodi e mare forza 5. Il suo procedere spavaldo e determinato, nonostante le avverse condizioni meteo, impressionò l’ambiente britannico ed interalleato presente a Malta, allora sede del comando navale Nato del Mediterraneo, tanto da indurre il Comandante in Capo, ammiraglio Sir John Hamilton, a far decollare un aereo da pattugliamento marittimo per sincerarsi della resistenza al mare della barca italiana nel bel mezzo dello Ionio. Dal velivolo Grumman venne scattata una foto che, per quanto mossa e un po’ sfocata, mostrò bene con quanta naturalezza l’equipaggio operava ordinatamente in coperta in piena notte, incurante dei marosi. Come il Comandante Basile ha scritto nei suoi ricordi, quei “ragazzi si erano fatti davvero le ossa … Era un quotidiano prendere e mollare terzaruoli alla randa, cambiare fiocchi, armare e disarmare lo strallo della trinchetta, alzare ed ammainare lo spinnaker pesante, virare e strambare, di giorno e di notte”. Pochi mesi dopo, allo scopo di non disperdere tali capacità, il Comandante Basile convinse il Capitano di Vascello Straulino a far partecipare la Stella Polare, con il suo primo equipaggio, alla regata della Giraglia. Fu così che quella nuova unità a vela della Marina, armata dagli stessi uomini (tranne pochissime sostituzioni per esigenze di servizio), poté misurarsi in mare con le migliori barche dell’epoca nella maggiore competizione velica d’altura del Mediterraneo. A distanza di 50 anni dall’inizio della sua straordinaria avventura, l’ormai “storico” primo equipaggio intende onorare la prestigiosa ricorrenza riunendo idealmente a bordo della Stella Polare tutti i suoi componenti: sia quelli che hanno avuto la possibilità di rimanere in contatto di persona o per via telefonica o telematica, sia quelli che hanno purtroppo dovuto interrompere prematuramente questi contatti per andare in avanscoperta nelle arcane distese di un immenso ed inesplorato Oceano, pur mantenendo la propria vivida presenza nel ricordo e nell’affetto di tutti. D. C. |