Rivista BARCHE - Mensile internazionale della nautica
Anno 19, n° 10 - Milano, ottobre 2012, pp. 92-100 - Teoria - Navi veloci

SPEDITI SULL'ACQUA,
MA CON STABILITA'


Forme di scafo wave piercing a forte allungamento,
contenimento del flusso sotto carena con pareti laterali immerse,
gradini e ventilazione del fondo per ridurre l’attrito:
queste sono le possibili strade per realizzare mezzi navali ad alta velocità

di ALBERTO ASCENZI *        

Esiste una imbarcazione per certi aspetti rivoluzionaria, ideale per missioni di volo e anfibie in condizioni meteomarine forza 4-5. Può superare i 40 nodi, ma nel progetto colpiscono soprattutto la stabilità, la manovrabilità e il seakeeping. Si tratta di Independence, qualcosa di assolutamente innovativo da cui prendere spunto per lo studio di altri progetti.
È stata costruita dalla General Dynamics Corporation nel cantiere dell’Austal Usa di Mobile (in Alabama) in base a un programma di nuove costruzioni della U.S. Navy che prevede l’acquisizione di oltre 50 unità di cui 24 già commissionate, 12 alla stessa General Dynamics e 12 caratterizzate da un monoscafo a spigolo alla Lockeed Martin associata a Fincantieri Usa.

Independence ha un dead-weight di 608 ton, un volume utile di 11.000 m3 e un ponte volo di 1.030 m2. Il progetto si basa su un’applicazione militare dei trimarani da trasporto car-pax dell’Austal, i cui maggiori esempi sono quelli della Fred Olsen Company tipo Benchijigua Express in servizio alle Canarie, che a loro volta sono una evoluzione dei catamarani tipo Bocayna.
Nel campo dello yachting le stesse forme di scafo a trimarano sono state utilizzate dal cantiere Austal di Hendersson in West Australia per la costruzione del White Rabbit, uno yacht di 61,40 metri, largo 15,4 che sviluppa una velocità di 19 nodi con una potenza installata di 3.085 kW.

Esaminando le foto rese pubbliche dell’Independence si possono rilevare caratteristiche specifiche di questo progetto che ne fanno qualcosa di assolutamente nuovo rispetto a quanto siamo abituati a vedere.
Innanzitutto colpiscono l’assenza di onde divergenti, la manovrabilità e la stabilità ad alta velocità, prestazioni da attribuire alla configurazione tipo wave piercing dello scafo centrale, il cui rapporto lwl/bwl è superiore a 17/1, alla presenza di un bulbo di prora e a due coppie di pinne attive posizionate a prora e a poppa. I due scafi laterali assicurano un forte incremento della stabilità laterale e portano il rapporto di figura fuoritutto a circa 4,5/1, a beneficio dei volumi utili e della superficie del ponte volo. Per come sono posizionate le due coppie di pinne attive s’intuisce che esse contribuiscano significativamente a ridurre i moti di beccheggio e a consentire brusche virate in velocità senza sbandate laterali.

La velocità di 40 nodi, a cui corrisponde un quoziente di Taylor di 2, è ottenuta con un rapporto potenza/peso di 22,34 kW/ton, valore non basso se confrontato con quello di uno scafo tradizionale con eliche immerse. Viene spontaneo un confronto con gli incrociatori leggeri classe Capitani Romani costruiti nel 1940 che avevano prestazioni analoghe di velocità con un rapporto potenza/peso di 17 kW/ton. Tuttavia non è la velocità l’elemento più appariscente, ma sono la stabilità, la manovrabilità e il seakeeping.
Qualche perplessità è data dal tipo di costruzione in lega leggera che potrebbe con il tempo creare problemi di robustezza di scafo, soprattutto locale, per le sollecitazioni dovute sia alla configurazione a trimarano sia a un gravoso impiego militare.

Cosa si deve intendere per alta velocità?
[... segue nelle pagine da 94 a 100 ...]

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