di Flavio Barbiero
Esistono testimonianze di vario genere secondo cui i poli terrestri si sarebbero spostati molto rapidamente, addirittura nel giro di pochi giorni, in un recente passato. Questa possibilità, tuttavia, viene negata a priori in modo categorico, perché ritenuta fisicamente impossibile; non si conosce, infatti, un meccanismo né una forza in grado di provocare un tale fenomeno. L’ipotesi che l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto all’eclittica e la posizione dei poli possano variare è stata presa in considerazione fin dal secolo scorso. Alcuni dei maggiori scienziati dell’epoca, inclusi J.C. Maxwell e G. Darwin, hanno esaminato il problema e concluso che l’effetto stabilizzante del rigonfiamento equatoriale è talmente grande, che non è concepibile alcuna forza in grado di spostare l’asse terrestre, se non l’impatto con un altro pianeta.
Questi calcoli, tuttavia, non tengono conto di eventuali fenomeni di instabilità che potrebbero verificarsi in un giroscopio come la Terra (unico del suo genere nel sistema solare), formato da un involucro plastico, facilmente deformabile dalle forza centrifuga, coperto da uno strato liquido in grado di muoversi liberamente.
In questo studio si mostra come l’impatto di un corpo relativamente minuscolo, come un asteroide della classe Apollo, è in grado di innescare sulla Terra un processo che nel giro di alcuni giorni provoca un riaggiustamento del rigonfiamento equatoriale attorno ad un diverso asse di rotazione, con diversa inclinazione rispetto all’eclittica.
Perché il processo possa venire innescato è necessario che l’impatto sviluppi una coppia impulsiva tale da superare, anche se per un solo brevissimo istante, una valore di "soglia", pari alla coppia stabilizzatrice sviluppata dal rigonfiamento equatoriale. Un calcolo, necessariamente approssimato, mostra che tale valore di picco può essere sviluppato dall’impatto di asteroidi relativamente piccoli, con un diametro ben al di sotto del chilometro.
Un salto di poli conseguente a questo processo comporterebbe fenomeni distruttivi di portata planetaria, quali: terremoti ed un improvviso risveglio dell’attività vulcanica in tutte le aree interessate al riaggiustamento dell’ellissoide terrestre; venti uraganici e piogge torrenziali su tutta la Terra, con conseguenti inondazioni generalizzate; ampie fluttuazioni del livello degli oceani, con sommersione di larghe fasce continentali; perturbazioni del campo magnetico terrestre. Oltre a ciò si verificherebbero cambiamenti climatici permanenti, dovuti da un lato allo spostamento dei poli, con il conseguente cambio di latitudine di vaste regioni, deviazione di correnti oceaniche e aeree e così via; dall’altro al cambiamento dell’inclinazione dell’asse di rotazione, che provoca cambiamenti nei cicli stagionali.
Uno spostamento dei poli verificatosi alla fine del Pleistocene potrebbe spiegare completamente e coerentemente la situazione climatica esistente prima di quella data e quella che si è instaurata in seguito, come pure l’esistenza di antiche tradizioni circa catastrofe mondiale dovuta a fenomeni analoghi a quelli elencati.
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