VINCENZO CARRO

Ufficiale di Fanteria


  Epistolario del suo servizio militare, da Volontario,  
come Ufficiale di complemento

(lettere al Conte Quinto Mazzolini, Console Generale d'Italia a Gerusalemme
e Medaglia d'Argento al Valor Militare)

Presentazione

Essendo nato e residente all'estero, Vincenzo Carro risultava a tutti gli effetti dispensato dalla leva militare. Ciò nonostante, mentre si trovava in servizio presso il Consolato Generale d'Italia a Gerusalemme, egli ottenne l'autorizzazione a rientrare in Patria a proprie spese per effettuare, come volontario, il corso da Allievo Ufficiale di complemento ed il successivo servizio da S.Tenente di prima nomina.
Durante l'intero periodo militare egli mantenne una fitta corrispondenza con il proprio Console Generale, Conte Quinto Mazzolini (insignito di Medaglia d'Argento al Valor Militare durante la Prima Guerra Mondiale), che gli aveva espressamente richiesto di essere tenuto al corrente di tutte le tappe della sua esperienza nel Regio Esercito, in attesa del suo previsto ritorno in Medio Oriente (ritorno che poi non avvenne, essendosi presentata una diversa opportunità). Tale epistolario, di seguito riprodotto integralmente, fornisce quindi una vivida testimonianza delle sensazioni e delle emozioni provate durante tutto il periodo militare, nell'adempimento di un impegno arduo (soprattutto per un trentenne), ma fortemente voluto e vissuto con sincero entusiasmo.
Il lettore frettoloso storcerà probabilmente il naso al cospetto di ogni accento di sapore fascista. Va però considerato che le lettere furono scritte proprio in quello specifico periodo storico, ed in quel peculiare clima di fierezza nazionale che coinvolse l'intera popolazione dopo la proclamazione dell'Impero, pochi anni prima che affiorassero i prodromi dell'immane tragedia che doveva crudelmente dilaniarci. Chiunque abbia conosciuto l'autore di queste lettere sa bene ch'egli non si lasciò mai irretire né dall'ideologia fascista né da alcun'altra fazione politica, mentre fu sempre animato da quell'amor patrio che brucia ardentissimamente nel petto di chi si è trovato a lungo costretto a vivere lontano dall'Italia.

Lettere

  1. 23-11-1937    Distretto Militare di Napoli
  2.   3-12-1937    Scuola Allievi Ufficiali di Salerno
  3. 13-12-1937    Addestramento militare
  4. 18-12-1937    Servizi di guardia
  5.   8-01-1938    Capodanno a Napoli - Giuramento
  6. 29-01-1938    Grado di Caporale
  7. 15-02-1938    Visita del Principe Umberto
  8.   3-03-1938    Tiratore di prima classe
  9. 25-04-1938    Preparazione ai servizi d'onore a Roma
  10. 27-05-1938    Visita di Hitler a Roma
  11. 21-07-1938    Giornata turistica con Sir Bickersteth
  12.   2-08-1938    Anticipo del servizio di prima nomina
  13. 24-08-1938    40° Reggimento Fanteria
  14. 30-08-1938    Giuramento da Ufficiale
  15.   1-10-1938    Servizio da Ufficiale
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Distretto Militare di Napoli

Napoli, 23 Novembre 1937.XVI

Gent.mo Conte,

Pochi istanti prima di lasciare Roma ricevetti la Sua graditissima con la quale Ella mi confermava la destinazione di Salerno, presso il 39° Fant. ("Audace e Tenace")

Al mio arrivo a Napoli, mi presentai al Distretto ove fui bene accolto da un funzionario, il quale nel vedermi mi disse: "Ah, Lei è Carro ! Stiamo qui tutti perdendo la testa per la Sua pratica, fra Roma, Bari, Gerusalemme e Napoli..." E così dicendo, mi fece vedere che fra tutti i candidati alla Scuola di Salerno, la mia pratica aveva avuto precedenza assoluta (essendo io "Volontario" di leva, proveniente dall'estero) ed era stata l'unica pratica già avviata dal Comando di Bari. Mi disse poi di ripassare il 23, cioè oggi, per avere comunicazioni precise sulla partenza.
Sono ritornato quindi stamane allo stesso Distretto ed il medesimo Funzionario mi ha chiesto se preferivo partire il 23, 24 o 25. Data la permanenza in Italia dei miei genitori fino al 25 corr., ho espresso il desiderio di partire il 25, con l'ultimo gruppo di Allievi. Mi è stata quindi compilata una cartolina in tal senso, e così fra due giorni prenderò la via della Caserma. La mia prossima lettera sarà quindi datata da Salerno.

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

N. H.
Gr.Uff. Dr.
Conte Quinto MAZZOLINI
Console Generale d'Italia
Gerusalemme

SOMMARIO

Scuola Allievi Ufficiali di Salerno

Salerno, 3 Dicembre 1937.XVI

Gent.mo Conte,

EccoLe la prima mia lettera da Salerno, dopo otto giorni dal mio ingresso alla scuola! Molti, nevvero ? A me sono sembrati otto minuti: il tempo trascorre velocissimo e le giornate (ben riempite da mille incombenze) scappano che uno nemmeno se ne accorge.

Ecco, in riassunto, le nostre attività quotidiane: sveglia ore 6, occorre far "toilette" e sistemare il letto; adunata ore 6,30; caffellatte: pochi minuti. Poi istruzione, quindi insegnamento in aula (o vice-versa); ore 11 mensa (circa un quarto d'ora), alcuni minuti di libertà. Inquadramento e marcia verso il campo, dove ci tratteniamo fino alle 4 circa. Lì: istruzione, ginnastica e canto. Rientro in Caserma e se c'è ancora del tempo disponibile si ritorna in aula. Un quarto d'ora di libertà e alle 5,30 mensa (circa un quarto d'ora). Poi adunata, ispezione e libera uscita (dalle 6,30 alle 9 p.m.) La domenica la sveglia viene posticipata di un'ora e la ritirata altrettanto.
L'attuale sistema di vita non mi risulta affatto pesante, lo ritengo anzi ordinatissimo. Occorre evidentemente sottostare ad orari ristrettissimi, ma ciò contribuisce a sveltire, ed in tal senso costituisce il maggior vantaggio della disciplina militare.

L'unica mia preoccupazione è stata ed è soltanto il problema della corrispondenza. Durante il giorno manca assolutamente ogni possibilità, a meno che non si voglia scarabocchiare a matita una frase per volta.
Si deve invece scrivere durante le ore di libera uscita: o in sala convegno (affumicata e rumorosa) o fuori ! Perché le camerate vengono regolarmente chiuse a chiave e si riaprono solo all'ora della ritirata. Anche se uno volesse sdraiarsi, non può farlo: quindi la libera uscita è libertà di svago, non libertà di riposo. Tutto ciò fa parte - evidentemente - di disciplina per noi Allievi.
Sono contento di aver trovato una modesta copisteria, dove mi recherò ogni volta che avrò notizie da darLe. Ma anche in questo locale, debbo sbrigarmi, perché chiude molto presto (come tutti i negozi di Salerno). In questo momento, ad esempio, già sento di aver ecceduto sull'orario, ed a momenti il principale (che si è già infilato il pastrano) mi congederà con bel garbo.

Intanto Le dico che sono stato assegnato alla Va Compagnia, IXa Squadra, ed è bene che queste indicazioni siano aggiunte al mio indirizzo, onde evitare disguidi, o per lo meno possibili ritardi. Il nostro Comandante di Plotone è il S.Tenente Armando Treppiccioni (dell'Accademia di Modena), ufficiale veramente in gamba. Già ci siamo equipaggiati di tutto e l'altro ieri abbiamo avuto anche l'armamento. Sto imparando delle cose interessantissime e sono più che mai felice di trovarmi qui.

Molti ossequi.

Vincenzo Carro        

SOMMARIO

Addestramento militare

Salerno, 13 Dicembre 1937.XVI

Gent.mo Conte,

Non Le dico l'immensa gioia di aver saputo alcuni giorni fa, della presenza in Italia dei miei cari di Gerusalemme. Ieri, poi, sono venuti apposta a Salerno, e così ho potuto trascorrere qualche ora assieme a mia sorella ed a mio cognato. Il tempo è trascorso in un baleno, ma ci rivedremo per le vacanze di Natale, che trascorrerò presso i miei parenti di Napoli (Via Giulio Cesare Cortese, 21).
Gli Scotto mi hanno trovato molto bene in salute, ciò che conferma quanto mi giovi la vita militare, nonostante i suoi inevitabili disagi.

L'addestramento è stato progressivo, ed oggi faccio con facilità ciò che mi sembrava impossibile prima. Alla prima marcia, effettuata senza portar nulla, mi stancai; adesso, sul medesimo percorso, con zaino zeppo, giberne, baionetta e fucile, canto anch'io senza neppure accorgermi di essere carico come un mulo. Nei primissimi tempi, le scarpe mi facevano male; oggi per la libera uscita non sento alcuna necessità di adoperare "stivaletti borghesi". Trovo però delle difficoltà in ginnastica, per la semplice ragione che non ne avevo mai fatta, e ogni migliore volontà non potrà certo farmi riuscire al "salto mortale" (da bambino non ho mai fatto neppure una capriola). Per tutti gli altri esercizi, anche difficili e pericolosi, spero di farcela.
Al tiro a segno riuscirò bene. Avant'ieri, alle prime prove, feci 8 punti su 9. Era la prima volta che sparavo. In quanto a disciplina, debbo dirLe che brillo, al punto tale da essere spesso citato ad esempio dai miei superiori. Ma ciò è più che naturale, e glielo riferisco solo a titolo di cronaca.

Dagli Scotto ho saputo di un suo prossimo viaggio in Italia. Spero quindi di incontrarLa presto. Naturalmente Ella è stato l'oggetto principale delle nostre conversazioni, e mi sono molto interessato a quanto essi mi hanno raccontato su ciò che è avvenuto di bello e di brutto a Gerusalemme, dopo la mia partenza.
Il discorso del Duce l'abbiamo ascoltato in caserma, inquadrati. Al termine, dopo una vibrante allocuzione del Colonnello, abbiamo cantato in coro "Giovinezza".

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

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Servizi di guardia

Salerno, 18 Dicembre 1937.XVI

Gent.mo Conte,

Oggi in Caserma abbiano lavorato poco, perché ci hanno fatto la prima iniezione antitifica. Parecchi hanno avuto la febbre e molti stasera non sono usciti. Io, ringraziando Iddio, non ho avuto una forte reazione, ciò che mi ha consentito di uscire, per scriverLe dalla solita copisteria.
Non voglio dilungarmi sullo svolgimento dei programmi d'insegnamento, per quelle ovvie ragioni sulle quali ritengo superfluo dilungarmi. Le dico però che le materie mi interessano molto ed ogni lezione mi appassiona.

Avant'ieri sono montato di guardia nella mia compagnia in qualità di "piantone", e in tale .... veste, ho "ramazzato" il corridoio. Anche le camerate vanno ramazzate a turno, e domani tocca a me. Le garantisco che mi ci diverto !
Da ieri, gli Allievi montano di sentinella alla Caserma, con relativo corpo di guardia, picchetto armato, e ronda. Siccome siamo tanti, arriveremo per tutta la durata del corso a montare di guardia una sola volta.

La licenza di Natale è di ben dodici giorni, e cioè dal 22 corrente al 3 gennaio. Sarò lieto di trascorrerla a Napoli, dove mi incontrerò col caro Scotto. Molto probabilmente andrò prima a trovarlo nella sua isola (Procida).

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

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Capodanno a Napoli - Giuramento

Salerno, 8 Gennaio 1938.XVI

Gent.mo Conte,

Stamane abbiamo prestato giuramento. E' stata una cerimonia molto commovente che rimarrà incancellabile nella mia memoria.
Eravamo in completo assetto di guerra, con armi ed elmetto d'acciaio.

Tutti gli 800 Allievi inquadrati per Compagnie nel cortile della Caserma. Gli Ufficiali in grande uniforme. Coadiuvava il battaglione soldati del nostro Reggimento, con la propria banda. Abbiamo prima reso gli onori all'ingresso della nostra gloriosa bandiera reggimentale, poi li abbiamo resi al giungere del Colonnello Comandante. Questi, dopo brevi infiammate parole, ha letto, mentre noi eravamo sul presentat'arm, la formula del giuramento, soggiungendo: "Aspiranti Allievi Ufficiali e futuri comandanti di fanti, rispondete ora con tutto l'ardore della fiamma che brucia nei vostri petti: lo giurate voi ?" Un urlo solo fu la risposta: "Lo giuro !". La nostra emozione era intensissima. La cerimonia si concluse con il saluto al Re e al Duce, gli onori alla Bandiera e gli Inni della Patria.

Dopo il giuramento ci andammo a svestire e ci recammo in infermeria per la somministrazione della seconda puntura antitifica, che tutti abbiamo affrontato allegramente. Poi siamo passati in camerata per riposarci e quindi siamo discesi alla mensa, ove, per la circostanza, vi era un "menu" di gala.
Ieri sono stato ... consegnato, perché ai tiri il mio fucile si era inceppato (nel pulirlo al mattino non avevo avvitato bene il bottone dell'otturatore). Ho accettato di buon grado la punizione, perché sentivo di meritarla, sennonché ... c'è stato un condono generale in vista dell'odierna ricorrenza. Buffo, no ?

La licenza natalizia l'ho trascorsa in grande allegria a Napoli. Particolarmente memorabile la festa di S. Silvestro, che si celebra con una impressionante sparatoria notturna, che culmina intorno alla mezzanotte con un nutritissimo fuoco di mortaretti, botte, girandole, razzi, bengala, e spari d'ogni genere. Sembrava il finimondo. Le bombe di carta esplodevano con tanta forza, da provocare spostamenti d'aria capaci di infrangere vetri. L'indomani, all'alba, le strade della città erano ricoperte da uno spesso strato di quanto era stato lanciato giù dai balconi e dalle finestre (vasellame incrinato, cristallerie rotte, arnesi inservibili, tegami guasti, ecc. ecc.) e dai resti del materiale pirotecnico e... dinamitardo.

Al ritorno in Caserma, abbiamo ripreso tutte le attività militari con maggior lena, e mentre gli studi si intensificano, l'allenamento fisico è anch'esso incrementato. Le dico intanto che sono riuscito a fare il salto del fosso ed ho superato talune prove del percorso di guerra. Al tiro vado discretamente e finora sono sempre stato ammesso all'esercizio successivo.

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

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Grado di Caporale

Salerno, 29 Gennaio 1938.XVI

Gent.mo Conte,

Eccoci già a fine Gennaio, però questa volta col grado di ... "caporale" ! Infatti, abbiamo superato i primi esami del corso, e così da Aspiranti Allievi Ufficiali siamo passati All. Uff. E da Allievo Ufficiale "spetta" (chissà poi perché ?) il grado di caporale. Stasera ci hanno dato i galloni, e da domani ci fregeremo le maniche con questi primi gradi. La prima tappa è stata quindi superata con successo, e resta ora la tappa finale verso la quale ci siamo già incamminati con gran lena.
Sabato scorso facemmo la terza ed ultima puntura antitifica, che ci procurò un pò di febbre nella nottata. L'indomani stavo già bene, tanto che andai a cinema assieme a tutta la scuola, per assistere - come pure la domenica precedente - alla proiezione di pellicole sull'addestramento tattico militare.

Giovedì andammo a Vietri sul Mare, per rendere gli onori alla salma di un Colonnello di quella località. Fu scelta la nostra Compagnia, perché - modestia a parte - sfiliamo molto bene.
Ci recammo colà in tenuta di marcia con elmetto di acciaio. Era la prima volta che vedevo Vietri, e Le assicuro che ne ho riportato una impressione meravigliosa.

Il clima salernitano è rientrato nel normale, dopo l'eccezionale ondata di freddo che ha imperversato sull'Europa. Talvolta piove, ma il sole ritorna presto a splendere in questo cielo di un azzurro purissimo. E le nostre marce diventano incantevoli passeggiate: si canta, e la gente si affaccia e ci sorride.
I miei colleghi mi vogliono molto bene, e mi ... rispettano, perché ho qualche anno più di loro. Ciò non impedisce, però, che i buontemponi, nel vedermi imbracciare il fucile, mi chiamino "Carro armato" ...

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

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Visita del Principe Umberto

Salerno, 15 Febbraio 1938.XVI

Gent.mo Conte,

Sono diversi giorni che piove e fa cattivo tempo, ma la temperatura è mite. Siamo stati quindi sempre in aula, senza poter uscire, benché ora - col nuovo orario - in aula si dovrebbe stare ben poco, essendo la massima parte del tempo impiegata per istruzioni esterne.

Martedì scorso, magnifica giornata primaverile, abbiamo avuto l'ambita visita di S.A.R. il Principe Umberto, il quale è venuto appositamente da Napoli per ispezionare la nostra Scuola. Egli è giunto in caserma alle 8,30 a.m. Noi eravamo già inquadrati ed al suo ingresso abbiamo presentato le armi, mentre egli ci passava in rivista e la banda presidiaria intonava gli Inni nazionali. In seguito, mentre noi uscivamo dalla caserma per ammassarci in vista dello sfilamento, Sua Altezza ha visitato i vari ambienti. Un quarto d'ora dopo abbiamo iniziato lo sfilamento lungo la via della caserma, per Compagnie. Il Principe, attorniato dalle Autorità, ha assistito alla nostra parata visibilmente soddisfatto, dopo di che si è recato in Prefettura.
Noi intanto siamo ritornati in Caserma e ci siamo messi in tenuta di marcia, con zaino affardellato, per andare al campo sportivo. Lì, come di consueto, ci siamo messi in tenuta da ginnastica (maglione, mutandine e scarpette) ed abbiamo iniziato i nostri allenamenti sportivi.
Verso le 10 è giunto il Principe, accolto dagli onori militari. Egli si è intrattenuto circa tre quarti d'ora, interessandosi molto ai vari esercizi da noi compiuti. All'uscita dal Campo, fatto segno a festose acclamazioni da parte della folla che si era nel frattempo radunata nelle adiacenze, egli è salito nella sua automobile per far ritorno a Napoli. Il Colonnello ci ha trasmesso, a mezzo dei nostri comandanti di compagnia, l'alto compiacimento di Sua Altezza per gli ottimi risultati da noi raggiunti in così breve tempo.

Due settimane fa abbiamo fatto una marcia di 25 Km. attraverso i monti e le valli che circondano Salerno. Eravamo diretti a Cava dei Tirreni, che abbiamo raggiunto lungo sentieri campestri e mulattiere, mentre il ritorno è stato effettuato sull'autostrada Cava - Vietri - Salerno, che è solo di sette chilometri, in pianura, bella,ma ... troppo comoda per la Fanteria. Salvo due tappe di pochi minuti, questa gita è stata compiuta senza interruzione. La bellezza del paesaggio attenuava la stanchezza dovuta all'inesorabile completo affardellamento e alle dure salite (fino a quota 500).
Sabato sera sono stato di servizio di picchetto armato e la settimana scorsa sono stato "piantone" ed ho lodevolmente ... "ramazzato" corridoio e scale, arrivando perfino ad accontentare gli eterni scontenti (i nostri tre ineffabili sergenti, ai quali abbiamo affibbiato i soprannomi di "Pulcinella", "Beccaccione" e "Liscebbusso", in omaggio a particolari loro caratteristiche).

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

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Tiratore di prima classe

Salerno, 3 Marzo 1938.XVI

Gent.mo Conte,

Ed eccoci inoltrati nel 4° mese di corso, cioè nella parabola discendente. Vedesse quanti progressi: entrai in caserma che non sapevo neanche stare sull'attenti, né sapevo con quale piede si dovesse iniziare la marcia. Oggi, invece, non solo ho felicemente superato il tirocinio di "recluta", ma mi sto anche addestrando all'arte del comando. Sono già stato per una giornata "Comandante di plotone" e me la sono cavata discretamente.

Oggi abbiamo iniziato l'istruzione del "passo romano" e l'inizio è stato assai promettente. Ecco come si procede: si porta la mano sinistra al cinturino (parte sinistra del corpo) che si tiene afferrato tenendovi dentro il pollice. Nell'incavo prodotto dall'angolo fra braccio ed avambraccio sinistro, viene a collocarsi il gomito destro del compagno di sinistra. Posizione di spall'arm. Gli uomini vengono quindi ad incastrarsi l'uno nell'altro, di modo che la riga risulti tutta di un sol pezzo. Plotoni affiancati (quindi 9 uomini). Il ritmo del passo è più lento del passo ordinario di parata. Ginocchia rigide e punta del piede tenuta più in basso possibile nell'alzare la gamba, affinché la battuta al suolo avvenga con tutta la pianta e non con il solo tacco. Testa alta e piedi sollevati a 40 cm dal suolo. Non so se sono stato chiaro, ma Ella avrà certamente modo di vedere questo nuovo passo al cinematografo.

Lunedì sono stato "caporale di giornata", e ho dovuto provvedere a tutte le incombenze di queste mansioni, con l'ausilio dei piantoni che avevo a disposizione.
Abbiamo terminato le lezioni di tiro col fucile 91, e dal punteggio ottenuto al tiro di classificazione sono risultato "tiratore di prima classe". Siamo ora passati ai tiri con le altre armi della Fanteria. Proseguiamo alacremente le nostre esercitazioni tattiche e ci approfondiamo sempre più nelle cognizioni professionali.
Siamo quasi sempre fuori ed il sole primaverile comincia già ad abbronzarci. La settimana scorsa abbiamo compiuto una marcia di una ventina di chilometri nella regione di Ogliara, ed ormai le distanze non ci preoccupano più. Lungo la via sì canta, nelle soste si fa baldoria, e si ritorna in caserma stanchi, ma allegri.
Per il martedì grasso abbiamo avuto mezza festa. Nelle camerate si è ballato al suono di organetti, e il buon umore non mancava affatto.

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

SOMMARIO

Preparazione ai servizi d'onore a Roma

Salerno, 25 Aprile 1938.XVI

Gent.mo Conte,

Eccomi nuovamente a Lei, anzi a Voi (in ossequio alle recenti disposizioni ministeriali), dopo un periodo arduo d'esami e penoso per un dolor di denti che dopo lunga cura si è concluso con la estirpazione di un molare.
Gli esami sono andati benissimo ed ho ottenuto una media di 17/20 che è suscettibile tuttavia di modifiche in seguito all'esame finalissimo di addestramento tattico al combattimento ed al punteggio per "attitudine militare" che verrà conferito a corso ultimato. Ecco le mie tesi d'esame orale:
4 aprile: Regolamento militare: servizio del minuto mantenimento
Organica: costituzione dei reparti carri armati
Amministrazione: ripartizione delle forze amministrate
Storia militare: VI battaglia dell'Isonzo
10 aprile: Armi: mortaio d'assalto
Tiro teorico: misurazione degli angoli azimutali
Materiali vari: esplosivi per mine
Prima degli orali avevamo svolto altre tesi per iscritto. Gli orali sono stati fatti da due commissioni presiedute da alti ufficiali di altri Corpi, e in forma solenne ed austera, come ogni cosa prettamente militare.

Ho passato una breve licenza pasquale a Napoli presso i miei parenti e mi sono preso un po' di riposo e svago, onde meglio ritemprarmi, in vista dei prossimi cimenti che ci attendono: Roma e il campo.

Giovedì 28 corr. il nostro Reggimento si trasferisce a Roma per la venuta di Hitler. Soggiorneremo nella Capitale fino al 10 maggio. Verso il 13 andremo al campo, che si svolgerà nella regione fra Battipaglia ed Eboli. Si spera che il corso finirà normalmente per la fine di maggio. Dopo rimarrò a Napoli in attesa di nomina per poi prestare i due mesi di servizio (un mese da aspirante ed un mese da sottotenente).
Per quanto dovrò fare al termine del servizio militare, resto in attesa delle istruzioni che vorrete cortesemente inviarmi. Con l'occasione, Vi rinnovo la preghiera di farmi avere il trasferimento per il Cairo.

A Roma saremo accampati ai Parioli e ci utilizzeranno per i servizi d'ordine e per i servizi d'onore. Oggi il Colonnello ci ha passati in rivista in completo assetto di partenza, per rendersi personalmente conto della perfezione della nostra tenuta ed affardellamento. Ci sono state distribuite le nuove giacche di parata, che hanno in più un cinturino, cosa che conferisce maggior prestanza.

Abbiamo inaugurato la "gavetta", e ogni qualvolta ci rechiamo fuori caserma, consumiamo il "rancio". In questi ultimi tempi ho avuto occasione di effettuare altri "servizi", fra i quali il "sergente di giornata", il comandante di plotone ed anche la guardia. Sono infatti montato di guardia il mercoledì santo, ed i miei turni di sentinella (garitta della caserma) sono stati dalle 8 alle 10 p.m., dalle 2 alle 4 di notte, dalle 8 alle 10 a.m., e dalle 2 alle 4 del pomeriggio. Tutti i servizi disimpegnati onorevolmente.
La sveglia è attualmente alle 5½, ed al campo sarà alle 4 ½ (salvo allarmi notturni di esercitazione).

Ed ora un fugace sguardo retrospettivo ai principali avvenimenti della mia vita militare, dei quali non ho avuto occasione di far cenno.
I due discorsi del Duce (16 e 30 marzo, rispettivamente sull'annessione austriaca e sulle Forze Armate) sono stati ascoltati da tutti noi, previo inquadramento nel cortile della Caserma.
Il 24 marzo abbiamo avuto la visita d'ispezione del Gen. Vecchiarelli, comandante della nostra Divisione ("Murge"). Il giorno precedente avevamo assistito in armi alla consegna dell'armamento alle nuove reclute del battaglione soldati del nostro Reggimento. Ieri mattina, quelle stesse reclute hanno prestato giuramento.
Il Venerdì 25 marzo abbiamo assistito ad esercitazioni di carri armati venuti per nostra istruzione, mentre il martedì 22 marzo un plotone chimico, anch'esso espressamente comandato a Salerno, ci ha dato una dimostrazione sull'impiego dei vari mezzi, compreso i nebbiogeni.
Il 27 marzo (domenica) ho fatto il Precetto pasquale, assieme al mio Reggimento, quasi al completo.

Come avrete saputo, il Principe Umberto ha assunto la carica di Ispettore dell'Arma di Fanteria. Nel suo discorso radiotrasmesso - e che noi abbiamo ascoltato in armi - egli ha detto di voler porgere il suo saluto di Fante "ai Fanti d'Italia, pura espressione delle più forti virtù guerriere del nostro popolo". Sua Altezza ha, poi, soggiunto: "Concordi nello spirito e negli intenti, sappiate rendervi sempre più degni delle fulgide tradizioni dell'Arma del sacrificio e della Vittoria".

Sono state apportate alcune modifiche al regolamento circa i movimenti d'assieme e singoli:
1) saluto militare: il braccio non è più orizzontale mentre si porta la mano al berretto, ma diagonale, quindi più disinvolto (il gomito dev'essere all'altezza della spalla);
2) presentat'arm: il gomito sinistro resta aderente al corpo;
3) comandi di "baionetta" e "levate": si danno ora in tre tempi ciascuno, in modo che l'esecuzione risulti più uniforme;
4) passo di parata (non passo romano): il braccio sinistro muove naturalmente (senza portare la mano alla spalla destra).

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

SOMMARIO

Visita di Hitler a Roma

Salerno, 27 Maggio 1938.XVI

Gent.mo Conte,

Eccomi nuovamente a Salerno, questa volta al termine del Corso. Siamo giunti stamane alle 9 da Battipaglia, dopo cinque ore di marcia, a chiusura del Campo che si era iniziato il 13 corr.
Voglio raccontarVi le mie notizie di questo mese in ordine cronologico, onde non dimenticare nulla di queste magnifiche giornate.

1) ROMA - Siamo partiti con due treni speciali (uno per ciascun battaglione) il 28 aprile u.s. Giunti a Roma, stazione Ostiense alle ore 6 p.m., ci siamo incolonnati ed abbiamo proseguito per i Parioli, dove siamo arrivati in serata. Ci siamo accantonati in uno di quei baracconi (uno per compagnia) e fra le varie operazioni di sistemazione (riempimento del pagliericcio, ecc.) ci siamo addormentati verso mezzanotte. Due ore dopo, sveglia: preparazione per un servizio d'ordine pubblico da svolgersi sul luogo dove l'indomani doveva aver luogo la grande rivista militare. Pioggia continua. Dodici ore di servizio consecutivo. Rientro ai Parioli alle ore 2 del pomeriggio. Rancio, in gavetta (come per tutto il periodo successivo, sia a Roma, che al campo).
Il martedì 3 maggio, all'arrivo del Fuhrer, il nostro battaglione non era di servizio; quindi in libera uscita mi sono recato alla stazione Ostiense, da spettatore, per assistere all'arrivo. Non starò a descrivere il fantasmagorico aspetto dell'Urbe, giacché i giornali ne hanno abbondantemente parlato.

Il mercoledì 4 maggio abbiamo prestato servizio d'onore a Via IV Novembre; formavamo un cordone, su due righe, per ogni lato della strada. Abbiamo così presentato le armi ai vari passaggi del Duce e del Fuhrer: 1) Duce che si reca a prendere il Fuhrer al Quirinale; 2) loro recarsi all'Altare della Patria; 3) loro ritorno al Quirinale; 4) rientro del Duce; 5) Fuhrer che si reca dal Duce a Palazzo Venezia; 6) ritorno del Fuhrer, accompagnato da S.E. Ciano.

Il venerdì 6 maggio, nuovo importante servizio d'onore: prima alla stazione Termini per il ritorno di Hitler da Napoli (con relativo presentat'arm al suo passaggio in compagnia del Duce); poi a Via dell'Impero, proprio alla svoltata di Via dei Trionfi, per l'imponente rivista militare in onore del Fuhrer. In questa circostanza abbiamo presentato le armi al Re Imperatore con Hitler, al Duce ed altre personalità. Questo servizio d'onore, come quello dell'antivigilia, è stato di dodici ore. Ma la stanchezza non si sentiva affatto, tanto eravamo fieri del nostro compito.
La domenica 8 maggio altro servizio d'onore a Piazza Trinità dei Monti, per il passaggio di Sua Maestà con Hitler, di ritorno da Furbara.
Al mattino del lunedì 9 maggio quarto ed ultimo servizio d'onore in Via Nazionale, di fronte al Palazzo dell'Esposizione, per il passaggio della berlina reale con il Sovrano e Hitler, diretti alla stazione Termini.

Nei giorni in cui eravamo liberi, i nostri superiori ci hanno fatto visitare il Foro Mussolini, il giardino zoologico, S. Pietro e la Mostra Augustea. Nell'accampamento il vitto era ottimo, anche perché, oltre al normale rancio, ci venivano erogati i seguenti supplementi: vino, sigarette, una scatola di carne, cioccolato e marmellata solida.
Il mercoledì, 11 maggio, con treni speciali abbiamo fatto ritorno a Salerno dove abbiamo subito iniziato i preparativi per l'imminente partenza per il Campo.

2) BATTIPAGLIA - Siamo partiti da Salerno all'alba del giorno 14 maggio. Al campo ci siamo accantonati in casamenti rurali, ed alla nostra compagnia è toccato il granaio di una di queste.
Sistemazione improvvisata alla meglio, con pagliericci uno accanto all'altro. Inizio delle esercitazioni tattiche, tutte interessantissime, sebbene molto faticose, perché il poligono delle nostre manovre a fuoco era distante 12 chilometri da percorrere attraverso alture e valli. Ci siamo così temprati i garretti ed abbiamo fornito la prova culminante della nostra resistenza. Con clima inclemente (spesso sotto pioggia scrosciante e sempre nel fango) davamo dimostrazione pratica dei nostri studi sull'arte del combattimento, nei suoi criteri più moderni e con l'uso delle armi in dotazione alla Fanteria.

Il giorno 20 corr. abbiamo avuto l'ambita visita del Principe Umberto, nella sua qualità di Ispettore della nostra Arma. Egli ci ha trovati in addestramento per squadre, e la mia squadra (la IX) è stata particolarmente ammirata da Sua Altezza, che ha voluto trattenersi qualche minuto per vederci manovrare ed ha poi esclamato: "Che squadra robusta !" (Più della metà dei componenti la mia squadra hanno una statura superiore alla mia, e almeno quattro di essi superano m. l,80).
Posseggo una fotografia nella quale si vede il Principe che ci osserva, a pochi passi di distanza dalla nostra squadra in riga. Con Sua Altezza era pure il Gen. Vecchiarelli, Comandante della nostra Divisione. Questi, dopo la partenza del Principe, ci ha rivolto simpatiche espressioni di elogio per l'efficienza dimostrata e ci ha detto che Sua Altezza era rimasto soddisfattissimo.

Il XXIV Maggio abbiamo compiuto una cerimonia militare a Battipaglia, per la deposizione di una corona sul Monumento ai Caduti. Il nostro Colonnello ha pronunziato un breve discorso, dopo di che abbiamo presentato le armi durante il minuto di raccoglimento. Abbiamo quindi sfilato per compagnie, plotoni affiancati, fra lo scrosciare degli applausi della folla.
Dimenticavo dire che il campo a Battipaglia lo ha fatto soltanto il secondo Battaglione; il primo lo ha fatto ad Eboli (a circa 10 chilometri da Battipaglia); ma spesso ci si incontrava al poligono, per le manovre combinate.

Il 23 ho sostenuto gli esami di Scuola Comando ed il 26 quelli di Addestramento al Combattimento. Entrambi sono andati benone. Ho anche saputo che il mio Capitano mi ha fatto delle note caratteristiche molto lusinghiere e mi ha dato una ottima votazione in attitudine militare.
Stamane siamo partiti da Battipaglia alle 4,30 e sotto un sole che si faceva man mano più ardente, e con un affardellamento che sembrava dovesse aumentare di peso ad ogni passo, siamo giunti a Salerno, dopo cinque ore di marcia, con tre soste di 10 minuti ciascuna. Al nostro ingresso in caserma siamo stati accolti dalla banda reggimentale e dal nostro Colonnello il quale ha detto che era contento di noi.

Il Corso è virtualmente terminato. Stiamo consegnando la roba. Forse partiremo definitivamente lunedì 30, o al massimo il 31.
Mi reco a Napoli, Via Giulio Cesare Cortese, 21, in attesa della nomina e della destinazione.

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

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Giornata turistica con Sir Bickersteth

Napoli, 21 Luglio 1938.XVI

Gent.mo Conte,

Ieri, come da Vostro desiderio [*], mi sono recato a bordo del piroscafo "Oronsay" per mettermi a disposizione di Sir Bickersteth, Aiutante di Campo dell'Alto Commissario per la Palestina.
Mi ero nei giorni scorsi occupato del permesso per salire a bordo ed avevo ritirato presso l'Enit copioso materiale turistico su Napoli e dintorni, in lingua inglese.
Il piroscafo era atteso per le ore 6 a.m. ed ho ritenuto opportuno recarmi a bordo al più presto, onde avere maggior tempo a disposizione per la visita della città.
Sono stato introdotto alle 7 nella cabina di Sir Bickersteth, e dopo essermi presentato, gli ho consegnato la letteratura turistica, intrattenendolo su come impiegare meglio le poche ore del suo passaggio per Napoli. Abbiamo così concertato gli itinerari della giornata e, siccome l'ospite doveva ancora terminare la sua "toilette", mi recai a prendere le necessarie disposizioni per rendere più agevole e rapido lo svolgersi del programma.

Alle ore 8, come d'intesa, lo sono andato a prendere e siamo scesi alla stazione marittima, dove, grazie al lasciapassare doganale che gli avevate rilasciato, gli sono state usate le massime cortesie, di modo che abbiano potuto recarci subito in città per la visita del Maschio Angioino (Piazza Municipio) e del Palazzo Reale (Piazza Plebiscito).
Alle ore 9: partenza col torpedone della C.I.T. per Pompei. Visita completa degli scavi, breve sosta al bar e ritorno, sempre per la magnifica autostrada, alle ore 12,30. (passaggio per tutti i paesetti disseminati sul percorso: Portici, Torre del Greco, Torre Annunziata).
Breve sosta sul lungomare per tirare una fotografia dello yacht "Gugsar" dei Duchi di Windsor qui di passaggio, e per ammirare lo stupendo panorama del golfo partenopeo (Vesuvio, Penisola Amalfitana, Castellammare, Sorrento, Capri). Pranzo dalla "Zi' Teresa", ottimo ristorante a S.Lucia: rituali spaghetti con le "vongole", al suono delle caratteristiche musiche locali.

Ore 2 p.m., gita automobilistica per Via Caracciolo, Mergellina, Fosillipo, fino al belvedere del Parco della Rimembranza, da dove si ammira il panorama dell'altro versante (Nisida, Bagnoli, Pozzuoli, Capo Miseno, Procida, Ischia). V. foto qui acclusa.
Ore 3, escursione a S. Martino (punto più alto di Napoli e dal quale si gode il più completo panorama della città e del golfo) attraverso il Vomero. Visita al Museo di S. Martino, sosta sul belvedere, veduta di Castel S. Elmo e ritorno in città lungo il Corso Vittorio Emanuele, Parco Grifeo, Via dei Mille, ecc.
Ore 4, visita del Teatro S. Carlo e della Galleria Umberto I, quindi proseguimento per la Stazione Centrale, con apposita deviazione per Via Roma (già Toledo), Via Diaz, Piazza della Borsa, ed il resto per il Corso Umberto (già Rettifilo).
Ore 5,10 - partenza del direttissimo per Roma.

Il Sig. Bickersteth è stato molto soddisfatto della giornata ed ha esclamato più volte che è proprio giustificato il detto: "See Naples and die". Gli rincresceva soltanto il fatto di non potersi trattenere ancora altri giorni, per visitare Amalfi, Capri ed il Vesuvio. Gli ho detto che anche in città vi sono ancora tante belle cose da vedere, e che nei dintorni meritava di essere vista la solfatara di Pozzuoli e tante e tante altre cose ancora.
Circa la situazione in Palestina, ho riportato l'impressione che quegli ambienti ufficiali la considerano molto preoccupante. Per ragioni ovvie non ho ritenuto opportuno soffermarmi sull'argomento con il mio ospite, contentandomi del suo "Palestine is very bad", pronunziato con tono sinceramente accorato.
Nessun'altra novità per il momento. Mi riservo di farvi pervenire mie notizie con successivo corriere.

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        
______

[*] NOTA: questo Sir Bickersteth, Aiutante di Campo dell'Alto Commissario per la Palestina, aveva richiesto l'assistenza del nostro Console a Gerusalemme con la seguente lettera (in italiano) del 5 luglio 1938:
      Caro Signor Console Generale,
lascerò la Palestina il 16 luglio alla fine del mio servizio. Viaggerò sul piroscafo
Oronsay da Caifa a Napoli dove sbarcherò il 20. Proseguirò la stessa notte per Roma dove passerò due giorni coi miei amici coniugi Empson, prima di andare coll'espresso da Roma a Bologna e di là in Inghilterra. La S.V. si ricorderà che il Sig. Empson era Agente Commerciale presso l'Ambasciata inglese a Roma. Dimodoché le poche ore che avrò a Napoli, le passerò da solo. Perciò Le sarò grato se vorrà indicarmi il miglior modo per passare il mio tempo. Sarò a Napoli molto probabilmente dalle 9 a.m. alle 5 p.m. Avrò tempo di visitare Pompei o Herculaneum? Se no, cosa mi consiglia di vedere a Napoli stessa?
Non sono mai stato in Italia e sono molto ansioso di vedere tutto ciò che posso. Le sarò grato se potrà aver tempo di consigliarmi in proposito, perché quando si è solo in una città straniera, si è molto capace di perdere il suo tempo senza vedere le cose le più importanti.
Non so se Le sia possibile darmi qualche documento che mi possa aiutare alla dogana. Se lo potrà, Le sarò estremamente riconoscente.
      Suo dev/mo
      Aiutante di Campo


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Anticipo del servizio di prima nomina

Napoli, 2 Agosto 1938.XVI

Gent.mo Conte,

Vi trascrivo qui di seguito il testo di una comunicazione pervenutami avant'ieri 31 luglio:
"Questo Ministero, tenuto conto dei particolari motivi addotti dall'Ufficiale in oggetto, lo autorizza, in via eccezionale ed in conformità del parere favorevole espresso da codesto Comando, ad iniziare il servizio di prima nomina il 1° agosto p.v., anziché sotto la data del 15 settembre p.v. come avrebbe dovuto quale ascritto a ferma minima."

Il locale Distretto, in data 30 u.s. mi trasmetteva la comunicazione di cui sopra, aggiungendo: "Vi invito a dare assicurazione, per iscritto, a questo Distretto, che nel giorno indicato vi presenterete al Corpo."
Il giorno stesso che ho ricevuto la lettera del Distretto, ho assicurato per iscritto quanto richiestomi.

Ieri, 1° agosto, mi sono presentato al Reggimento. Il Colonnello mi ha detto di raggiungere il campo l'indomani, cioè oggi, ed eccomi in procinto di partire. Sono lieto di giungere in tempo a partecipare a un ciclo di manovre divisionali. Ho comprato le scarpe da montagna ed i calzettoni, nonché altre cosette e sono pronto a recarmi alla stazione.
Il mio nuovo indirizzo è presso il 40° Regg. Fanteria, Napoli.

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

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40° Reggimento Fanteria

Napoli, 24 agosto 1938.XVI

Gent.mo Conte,

Non Vi scrivo da un pezzo, perché alquanto occupato.
Ora Vi darò le mie novità sin dall'inizio del servizio di 1a nomina.

Come Vi dissi, mi recai al Campo. Tutto molto interessante, campo mobile, manovre divisionali, ma per ragioni ovvie non mi soffermo sull'argomento. Dirò soltanto che mentre il ritorno era previsto in treno, un'ulteriore disposizione prescrisse la marcia. Facemmo così 130 Km in cinque tappe (da Contursi a Napoli). La più lunga è stata quella Eboli-Salenno (30 km) e le più interessanti le tre ultime (Sa1erno-Nocera Inf., Nocera-Torre Annunz., Torre-Napoli). Si camminava sempre di notte. Percorso trionfale: ricevimenti, banchetti e vermouth d'onore ad ogni tappa. Quindi, mentre i soldati dormivano, noi dovevano sorbirci aperitivi e ... discorsi ! La sera, poi, nuovamente inquadrati, per affrontare il nuovo percorso.

Rientrati in Caserma il 16, ho preso alloggio nelle adiacenze e precisamente a Viale Elena, 19 (presso Pensione Zito-Villa).
La vita di Caserma è interessantissima. I Superiori mi vogliono bene e mi dimostrano la loro stima. Sono stato già proposto per l'avanzamento a S. Tenente. Il Comando mi ha inoltre accordato una licenza breve di giorni tre, a decorrere da domani, che trascorrerò ad Albanova, presso parenti.
Con molta probabilità al rientro, Domenica, presterò giuramento. Poi mi recherò incontro ai figli del Console americano. Mi sono già procurato il permesso di salire a bordo.

Io termino il mio servizio al 30 Settembre. Conformemente alle disposizioni in vigore non mi è concesso trattenermi in servizio, dato che sono ascritto a ferma minore. Avrei potuto, a suo tempo (prima della fine del corso allievi) rinunziare a tale ferma e chiedere la ferma ordinaria di 7 mesi (3 da aspirante e 4 da sottotenente). Attendo quindi vostre istruzioni su quanto dovrò fare.
I miei superiori sono: Cap. Palmieri, Magg. Guizzi, Col. Mattioli. Nei primi di settembre assumerà il Comando della nostra Brigata il neo Generale Gonnella, già Comandante il Reggimento Scuola Allievi Ufficiali di Salerno.
Circa la mia pratica pel passaggio a questi Fasci, a suo tempo da me iniziata a Salerno, mi è stato assicurato che si era in attesa del nullaosta di Roma.

Con molti ossequi,

Vincenzo Carro        

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Giuramento da Ufficiale

Napoli, 30 agosto 1938.XVI

Gentil.mo Conte,

Sabato, 27 corr., ho prestato giuramento. Eravamo in tre. Per gli altri la cerimonia aveva già avuto luogo al campo pochi giorni prima del mio arrivo al Corpo. Tenuta in grande uniforme, presenti tutti gli Ufficiali del Reggimento. Adunata nella Sala convegno. La banda, nel cortile, ha salutato con gli Inni della Patria l'ingresso e l'uscita della gloriosa nostra Bandiera. Il Colonnello ha pronunziato brevi parole, quindi si è svolto il rito austero ed emozionante. Poi, cordiale bicchierata, in omaggio alla tradizione, offerta dai giuranti.
Tuttavia, la spesa, ripartita soltanto in tre persone, ha provocato un dissesto al mio magro bilancio. Il mio stipendio è di L.675. Solo di pensione, pago 550 lire. Occorre però aggiungere gli extra: bagni e ..."campagna" al portiere (una lira ogni qualvolta si rientra dopo la mezzanotte o si esce prima delle 7 a.m.). Resta quindi ben poco per le altre pur necessarie spesucce !

Ho la nostalgia del campo d'arme. La sveglia mi è rimasta particolarmente impressa. Benché fatta in piena notte, risultava di una dolcezza estrema: la banda incominciava a suonare sottovoce un suggestivo valzer di Strauss ("Tesoro Mio") aumentando progressivamente il volume del suono fino al normale. Poi la musica cessava di colpo e la tromba lanciava un poderoso squillo di sveglia. Dopo di che la banda attaccava un'allegra marcetta militare per riportarci alla realtà. Quindi niente "umore nero" provocato da bruschi risvegli; tutt'altro! La vita sotto la tenda (quando c'era...) era proprio affascinante. Peccato che quel periodo sia trascorso così velocemente.

Qui la temperatura è assai instabile e molto spesso piove; ciò non mi dispiace affatto, anche perché non ho la divisa estiva e quindi soffro molto il caldo.
Mi ero dimenticato di raccontarVi che durante il mio breve soggiorno a Castellammare ho avuto la fortuna di assistere ad un varo di un grande bacino galleggiante.
Grazie del Vostro saluto "dalla trincea", che mi ha ricordato tante e tante cose.

Con molti ossequi.

Vincenzo Carro        

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Servizio da Ufficiale

Napoli, I Ottobre 1938.XVI

Gent.mo Conte,

Eccomi ritornato borghese, ma non di quelli che se ne stanno "dietro le persiane" ! Il motto del mio Reggimento "CAVE ADSUM" mi accompagna e mi seguirà ovunque, perché lo porto nel cuore.

Il commiato di ieri sera coi miei superiori, colleghi, e carissimi Fanti, è stato alquanto penoso. Le parole del Colonnello mi hanno rincuorato quando, rivolgendosi a me, ha detto che anche da lontano farò sempre parte della famiglia reggimentale, soggiungendo: "sarete la nostra sentinella avanzata !" Poi con una calorosa stretta di mano mi ha congedato.
Sono lieto di essere stato qualificato "ottimo" in un Reggimento ove affluiscono elementi sceltissimi. Vi accludo, in via riservata, copia dei tre rapporti informativi compilati rispettivamente dai Comandanti di Compagnia, Battaglione e Reggimento.

Ho ricevuto il Vostro assegno di L.60 e Ve ne ringrazio. Vi ringrazio pure dell'assegno di L.400 inviatomi da Gerusalemme (non accusai ricevuta sapendo della Vostra imminente partenza.)

Vi darò ora, in riassunto, le notizie sulle mie ultime attività militari. Dal 2 al 10 u.s. mi assegnarono 50 reclute destinate in Libia. Dopo le preliminari operazioni d'arrivo (vestizione ed inquadramento) feci loro quel pò d'istruzione che il breve tempo consentiva. Ero molto benvoluto da quei cari ragazzi, i quali furono da me condotti al porto, inquadrati e con banda in testa, assieme ad altri reparti in partenza per Tripoli. Vi accludo una fotografia dove mi vedrà attorniato dai miei baldi giovani, in tenuta coloniale.
La mia promozione a S. Tenente avvenne il 1° u.s., con pubblicazione sull'o.d.g. Verso la metà dello scorso mese disimpegnai il servizio di picchetto. Gli ultimi dieci giorni fui comandato al Magazzino Generale Vestiario ed Equipaggiamento, al controllo colli in arrivo e partenza. Ebbi così occasione di conoscere alcuni colleghi della Sussistenza.
La prego di gradire l'unita fotografia in grande uniforme, a ricordo della mia vita militare. Ho conservato religiosamente la mia divisa, che terrò sempre a portata di mano. [*]

Attendo Vostre istruzioni. Scrivetemi sempre al 40°. Grazie.

Con molti ossequi,

Vincenzo Carro        
______

[*] NOTA: dati sul congedo tratti dalla copia dello Stato di Servizio redatta dal Distretto Militare di Roma I - Ufficio degli Ufficiali in Congedo:
- 30-9-1938: Inviato in congedo per ultimato servizio di 1^ nomina
- nella forza in congedo del Distretto Militare di Napoli dal 1° ottobre1938
- nella forza in congedo del Distretto Militare di Roma I dal 2 giugno 1939
Destinato ad essere comandato in servizio civile in caso di richiamo alle armi a tempo indeterminato presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri (Foglio N. 564/131 in data 19.10.1936 del Ministero delle Forze Armate).


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